Simonetta Agnello Hornby
Feltrinelli Editore 2017
Quando si
nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli
si cresce con la consapevolezza che si è "tutti normali, ma diversi,
ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po' 'strane'". Attraverso
una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza della
cugina Ninì, sordomuta ("Ninì non parla bene," si spiega agli
estranei), dell'amata bambinaia ungherese Giuliana, un po' zoppa, del padre con
una gamba malata, e della "pizzuta" prozia Rosina, cleptomane –
quando l'argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di
soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne
accorga, perché "la zia non deve sentirsi imbarazzata"… E poi
naturalmente conosciamo George, sia attraverso le parole di sua madre – non è
facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile (la chiave sta
proprio nel titolo: "nessuno può volare") –, sia grazie alla sua
voce, che si alterna come un controcanto ironico (cento per cento british), ma
deciso nel raccontare i tanti ostacoli di chi si muove in carrozzina. E proprio
come Simonetta con le storie di un tempo passato ci regala uno sguardo insolito
e genuino sul mondo, così anche George, a cui quindici anni fa è stata
diagnosticata la sclerosi multipla, ci consegna un punto di vista diverso da
cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi.
"Come, accanto ai colori dell'arcobaleno, lo spettro cromatico della luce
ha altri colori invisibili a occhio nudo, così io vorrei che questo libro
potesse aiutare i lettori a vedere lo spettro diverso in cui la nostra società
si compone."
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