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28 maggio 2019

L’UMILTÀ



L’UMILTÀ

Quante volte abbiamo fatto a meno dell’umiltà
dietro a camici o nastrini,
costernati da scritte per una qualche appartenenza?
Oppure sotto il peso di stendardi, in ambìte cerimonie,
ove tutta la nostra magnificenza tende a spiccare
tra le voci dei presenti?
Quante volte abbiamo fatto a meno dell’umiltà
dietro a un cartellino con scritto il nostro nome,
sotto ai nostri gomiti, poggiati sui tavoli
nel mentre di una conferenza?
Quante volte dell’umiltà ci siamo dimenticati,
sfilando per le vie di paesi e città,
a testa alta, non per coraggio
bensì per sbandierare una carica
oppure un compito speciale?
Che n’è stato dell’umiltà in discorsi
volti a spiegare cosa fosse la stessa umiltà?
Nel prestigio di chi s’ostina
a predicare sempre questa stessa parola?
In una carezza o una stretta di mano
fatta ad un nostro fratello
solamente per riempire la memoria di un cellulare,
scattando così l’ennesimo selfie?
Quante volte abbiamo fatto a meno dell’umiltà
nei nuovi pulpiti elettronici,
pronti a pronunciare sentenze dalla tastiera di un computer
oppure dai tasti di un cellulare,
piuttosto che elargire coerenza?

L’umiltà, questa nostra sconosciuta sorella,
che non possiamo raggiungere con una pergamena di laurea,
né sfiorare tra i più complicati libri di filosofia,
che abbiamo sbadatamente perduto
nell’affamata motivazione della nascita di nuovi gruppi,
di nuove associazioni; oppure in chi, capace solo di giudicare,
non riesce a trovarla nel conforto nella coerenza.
Per cui, volendo citare il famoso Esopo:
forse l’umiltà non risiede in chi,
non essendo in grado di superare
le proprie difficoltà,
s’ostina a dare la colpa alle circostanze.

Giovanna  Modesto




16 aprile 2018

Le Rime - note dell’autore Giuseppe Mistretta




L’antologia le Rime, rappresenta la mia prima pubblicazione, il mio umile ingresso entro il vastissimo e variegato mondo della letteratura contemporanea.
La silloge composta da sessanta liriche è il frutto d’un lavoro creato nel tempo, considerato che le poesie sono state scritte in momenti e luoghi diversi, alcune a distanza di anni.
Il mondo della poesia è qualcosa di etereo forse solo un sentire, nel mio caso direi che s’è trattato d’un divenire, un’esigenza, certamente un dono. Il mio essere mi ha portato ad interessarmi di tutto, l’attività indagatoria artistica è partita molto presto con la musica alla quale si aggiunta la pittura e poco più tardi la scrittura.
Un paesaggio primaverile è di per sé poesia, esso può essere incastonato entro i versi oppure nella tela, in una musica o in tutte e tre le cose.
Ho fatto questo esempio perché alla “consociazione” delle arti io credo molto, così in molti casi le mie rime sono state ispirate dalla musica romantica ottocentesca, Chopin in primis, in esse le avvolgevo per farle brillare d’oro romantico.
Non fronzoli, cicisbei e maschere pirandelliane, ma ho cantato degli Ultimi, della nebbia e delle stagioni, della storia di alcuni luoghi a me molto cari, dei sensi umani, dell’amore e la fiducia verso l’umanità per i giorni a venire.
In ultimo, mi preme evidenziare quanto per me sia stato difficile impormi con il mio modo di scrivere, ciò nonostante, non ho mai mollato né creduto di dover rinunciare alla mia originalità. Sì facendo testardo come sono, ho pubblicato due libri e sono in procinto d’annunciare il terzo che dovrebbe uscire tra qualche settimana. La deriva decadentista moderna non mi entusiasma, anzi mi preoccupa molto, per quanto riconosca la validità del verso libero, preferisco scrivere cercando di non cancellare mai la radice classica e la parola aulica che in me nasce spontanea.
Io costruisco “bolle poetiche”, come un Imago, un Cantastorie romantico, per pochi istanti servendomi dell’etere della musica eccelsa, trasporto le genti in giro nel tempo sino a far apparire loro le immagini che voglio.
La poesia è pura filosofia, la scienza che abbraccia la fede, le razze che si stringono la mano, ogni cosa persino un sasso, attraverso la poesia può prendere vita, questo il poeta lo sa bene, egli avverte la responsabilità del suo dono, la parola poetica così sarà asservita al messaggio della fede, della speranza, alla divulgazione della conoscenza pura e mai edulcorata.

Giuseppe Mistretta