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06 dicembre 2017

“Magia di luce in versi” di Filippo Minacapilli





Di Guglielmo Paradiso – È soprattutto l’amore quello che canta Filippo Minacapilli nella sua raccolta di poesie e haiku Magia di luce in versi, edito da Divina Follia Edizioni.
Oggetto principale del suo lirismo è la donna, amato e ammirato oggetto del desiderio, della quale con rapidi sapienti tratti il poeta riesce a catturare la bellezza e l’estatico, sfuggevole incanto del supremo godimento, riuscendo persino a congelare negli eterni e liberi suoi versi la meraviglia e la gioia di quelle visioni e atti d’amore.
Di tanto in tanto, così come il sole può essere offuscato da una nuola passeggera, Eros cede il posto a Thanatos e Minacapilli utilizza l’estro poetico per sfogare le amarezze e le disillusioni che la vita riserva, senza distinzione alcuna, a tutti i suoi figli, talvolta ispirandosi ad amari fatti di cronaca nera come in È con noi, dedicata alla tragica scomparsa di Paolo Borsellino.
Cerco i versi – confessa, infatti, lo stesso poeta in una delle poesie così intitolata- non solo «per tradurre in poesia/il ricordo incalzante/delle nostre melodie», ma anche «per poter sublimare/in orizzonti metafisici/l’anima e i suoi tormenti» e «per voler gridare/ai lontani universi/che è fantastico volare».
Ed ecco che, dopo lo sfogo, nuovamente – quasi a ricordarci, come direbbe Nietzsche, che «il dolore dice: passa! ma ogni piacere vuole eternità» – un’altra poesia d’amore sussurra al lettore di come l’esistenza sappia dispensare gioie immense a chi ha la sensibilità e il gusto per coglierle.


Ma è negli haiku, presenti in questa “Magia di luce in versi” che Filippo Minacapilli dà il meglio di sé, sebbene non cambino i temi che gli danno ispirazione: incantate seduzioni, cocenti amarezze, e sogni ad occhi aperti.
La poetica giapponese – con la sua particolare tecnica e semplicità – si adatta perfettamente all’indole e alla capacità innata di sintesi del poeta, permettendogli di comporre versi rapidi e intensi che rendono ancora più straordinari gli effetti di cristallizzazione, di cui Filippo Minacapilli si dimostra Maestro, dell’attimo e del sentimento che rapidi stanno quasi per fuggire via da lui per divenire trascorsi e vita vissuta.
Straordinaria per sintesi di pensiero, evocazione di immagini, e melodia del verso – ad esempio - questa composizione: «Vento vendete/Vanitosi veraci/Vanto volete».
Magia di luce in versi di Filippo Minacapilli, edito da Delta-Divina Follia Edizioni, una raccolta poetica di 58 poesie e 88 haiku, da leggere tutta d’un fiato, lasciandosi cullare dalle parole con la speranza di vivere almeno una volta nella propria esistenza, le sublimi ed estatiche emozioni contenute in quei versi.

Filippo Minacapilli
Magia di luce in versi
intr. di Gianfranco Jannuzzo
Divina Follia Edizioni
collana Delta
pp. 120, € 12


Filippo Minacapilli
vive ad Aidone-Morgantina in provincia di Enna, dove è nato nel 1949. È stato docente di Filosofia e Pedagogia. Attualmente è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta. Collabora con il quotidiano on line Etna Mare Reporter di Acireale e con Palermomania Puntoit. Di recente alcune delle sue poesie sono state pubblicate in varie antologie. La sua vena poetica, rivelatasi con maggiore “prepotenza” in questi ultimi anni, si traduce in versi immediati e spontanei che si pongono fuori e oltre gli schemi a noi noti . La sua notevole sensibilità, spesso nascosta da un reale riserbo a manifestare il sentire più intimo, si coglie in tutta la poesia evocatrice di sentimenti, emozioni, moti dell’animo che l’Autore tende a universalizzare. Amante della metafora, ha fatto di Eros, Magia, Sogno, Bellezza i punti cardine dei suoi componimenti. Affascinato dagli haiku, componimenti poetici brevissimi rappresentativi della cultura giapponese, si è cimentato in questa nuova “sfida”, dedicandovisi con passione e con la dovuta padronanza della tecnica e dello stile. È così che è venuta alla luce la scoperta di una poetica interiore come slancio vitale forte e prorompente. La sua capacità di osservare, di leggere i fatti e di interpretarli lo spingono a “stigmatizzarli”, con sintesi speciose, in aforismi, cui è dedito da molto anni, che spaziano dall’animo umano, alla politica, ai comportamenti sociali, temi a lui cari fin da quando era studente.


Fonte: ETNAMARE REPORTER



03 novembre 2017

PAROLE AFFIORANO IN SUPERFICIE DAGLI ABISSI DELL'ANIMA

Riflessi d'acqua
Filippo Minacapilli

Le parole di Filippo Minacapilli sono come veri e propri riflessi sull'acqua: seguono un leggero moto ondoso, si scompongono e si ricompongono, instancabili esprimono sensazioni e immagini che ritornano limpide e senza increspature.
Emozioni e sentimenti hanno, in questa raccolta, un ruolo privilegiato, senza tuttavia togliere spazio a considerazioni meno intimistiche, di vocazione politico-sociale.

L'opera è divisa in tre parti, per le quali l'autore ha scelto tre diverse forme espressive: le poesie, gli haiku (brevi componimenti poetici giapponesi, utilizzati soprattutto per celebrare la natura) e gli aforismi (di interesse filosofico-pedagogico).
In copertina un uccello si specchia sull'acqua confondendo la vista dell'osservatore, in un gioco di specchi che celebra il vero e l'illusorio al tempo stesso, categorie ossimoriche alle quali appartengono le parole: “reali e invisibili”, forti eppure ineffabili. Parole che come “perle” sanno nascere anche dalla “malattia”, dal dolore dell'abbandono.
I componimenti ruotano soprattutto intorno ai temi dell'amore (urlato, sussurrato, desiderato, perduto...) e della natura. La natura maestra, alla quale l'autore, capace di sentirne le urla silenziose, presta i suoi versi. L'amore inesauribile fonte d'ispirazione, che suggerisce le parole anche quando sembra sottrarle. Paradosso, quest'ultimo, ben espresso in Poesia senza versi:
[…] Non serve il mio canto
se tu non vuoi
più ascoltarlo
Ho perso i versi
Equilibristi accompagnano il lettore in un viaggio sensoriale, avvolto da atmosfere oniriche e sinestetiche. La figura circense riappare di tanto in tanto fra le pagine, per ricordarci che la vita è un bellissimo gioco fatto di fragili e preziosi equilibri nel quale “avanziamo come funamboli sul filo del sogno. Pronti a cadere”.
Il libro può essere apprezzato in ogni sua parte (ognuna vive e brilla di luce propria) ma chi lo legge seguendo l'ordine che va dall'inizio alla fine, potrà coglierne la fluidità dialettica. Il filo conduttore di questo cammino non potrà allora che trovare, ancora una volta nell'acqua, la metafora più calzante e feconda.
Maura Campo

Maura Campo nasce nel 1989 a Catania.
Vive tra Enna e Venezia dove nel 2015 consegue la laurea magistrale in Filosofia della società dell'arte e della comunicazione presso l'Università Ca' Foscari.
È attualmente iscritta al Master in Editoria dell'Università di Verona.
Appassionata di lettura, scrive recensioni per il blog 84 Charing Cross.