Il ritorno,
dopo 25 anni, a Pietraperzia nell'agosto 2005, di Salvatore e Maria desta nel
loro animo una grande commozione. I ricordi invadono le loro menti, emozioni
che ogni sradicato rivive quando torna a ripercorrere quelle stesse vie nelle
quali ha vissuto l’infanzia. La casa dove si è nati, i compagni di gioco nelle
strade, gli amici, i vicini e tutti i ricordi legati agli anni della nostra
formazione. Ricordi ed esperienze che rimangono indelebili.
La via IV Novembre
di quegli anni per Maria e Salvatore, nei loro racconti, diventa il
palcoscenico su cui diversi personaggi noti e meno noti appaiono attori e anche
spettatori di ciò che accade nella vita di un piccolo mondo racchiuso in un
pugno di case. La strada, luogo di incontro e di gioco per i bambini, con
ancora le galline lasciate libere di razzolare starnazzanti e che a volte un
destino avverso li faceva finire schiacciate dalle ruote di un carretto o
addentate da qualche gatto o cane randagio affamato. Ma i ricordi dell'infanzia
non tutti sono lieti; essi rivivono il periodo della guerra anche se ancora
piccoli.
Lo
sfollamento del paese verso le campagne, in posti ritenuti più sicuri. La vita
a li Minniti raccontati con occhi di bambini. Le bombe sganciate dagli aerei
alleati che traumatizzarono Maria e che per molti anni il rumore dei tuoni le
susciteranno paura, riportandola al triste ricordo dei bombardamenti. Vivo e
malinconico il ricordo di quelle famiglie a cui erano stati tolte i loro
uomini; figli, padri, sposi. Uomini tolti dalle campagne e mandati in guerra.
In essi rimaneva solo disperazione e speranza del loro ritorno a casa, sani,
scampati alla morte. Commovente è la storia di Pasqualino, il cuginetto, che a
sette anni, dopo il ritorno dalla prigionia, conosce il padre.
Ho trovato
interessante leggere di due indimenticabili personalità di Pietraperzia: il
dottor Vitale e il commediografo Giarrizzo.
Il primo,
medico valente e all’occorrenza anche ginecologo, apprezzato da tutti, uomo
colto dedito agli studi letterari e matematico insigne. Il commediografo, forse
poco conosciuto perché non avendo più un teatro, le sue opere teatrali che
meriterebbero di essere riscoperte, non sono state più rappresentate.
Il libro è
costituito da tre parti; i brevi e numerosi racconti risalenti a vicende e
famiglie tra la via IV Novembre e corso Umberto I, da allora conosciuta e
chiamata da tutti la Strataranni. Una raccolta di racconti ricchi di
avvenimenti legati a persone care agli autori, tra questi l’insediamento delle
Salesiane a Pietraperzia. Le voci narranti che si alternano sono quelle di
Maria e Salvatore. La descrizione dei racconti, spesso minuziosa e ricca di
testimonianze sulla vita di quegli anni, rendono piacevole la lettura che a
quella generazione far rivivere le esperienze proprie di ogni emigrato. I
racconti sono ricchi di espressioni dialettali, che rafforzano l'appartenenza
identitaria a Pietraperzia. Il libro si chiude con una raccolta di poesie tra
queste la strepitosa e notissima “Littra a lu me pajisi” struggente per
ogni emigrato che la legge o la rilegge.
Lina Viola
Il libro può essere scaricato gratuitamente da questo link: