Ho visitato più volte
nelle uscite scolastiche con i miei alunni delle scuole medie, Santa Maria delle
Grazie, la chiesa di Milano dove si trova la famosa opera di Leonardo.
Ricordo molto bene
che in una delle mie prime visite guidate, alla fine degli anni ’70, stavano montando
il ponteggio di avvio dei lavori per il restauro. Negli anni a venire, in altre
successive visite, per la complessità dei lavori dovute alle difficili
condizioni in cui si trovava l’affresco, sembrava che il restauro si protraesse all'infinito e non si notava un avanzamento visibile; l’opera di restauro durò
più di 20 anni. I restauri sbagliati fatti nei secoli, la polvere, l’umidità
avevano ridotto l’affresco a una condizione di degrado tale da risultare quasi del tutto illeggibile.
Al degrado avevano contribuito l’uso del refettorio come magazzino per le
truppe napoleoniche alla fine del ‘700 e sotto la figura di Cristo, i frati
avevano aperto una porta che lo collegava alla cucina. Nel 1943 un bombardamento
colpì in pieno la volta e una parete, lasciando miracolosamente integra la
parete con l’opera vinciana.
Recentemente son
voluta tornare a visitare il cenacolo. Per evitare la lunga fila di turisti che
quotidianamente assedia il cenacolo, con mio marito abbiamo acquistato i
biglietti su internet. Il giorno stabilito ci siamo intruppati con gli altri
turisti, perlopiù stranieri. L’ingresso viene consentito a piccoli gruppi e per
un tempo definito, proprio perché anche le persone sono fonte d’inquinamento e
per non alterare il microclima regolato entrano non più di una ventina di visitatori alla volta. Avendo avuto la possibilità di
vedere l’opera con ancora il ricordo del cenacolo in condizione pessime e con
i colori quasi del tutto scomparsi, subito appena entrata, sono stata colta come
da uno stordimento che mi ha come abbagliata per le luci, per i colori ritrovati, per l'espressività delle figure che prima non si notava. I capelli di alcuni apostoli prima scuri ora
molto più chiari; le bocche dei personaggi aperte per lo stupore all'annuncio di Cristo e prima chiuse.
Il Cenacolo fu
eseguito su una parete del refettorio del convento milanese, Leonardo volle
proporre il tema del Cenacolo in modo innovativo, oltre che per la tecnica usata anche per aver fermato un momento preciso
dell’ultima cena.
Il momento ripreso
nell'opera è quello seguente all'annuncio di Cristo: “Uno di voi mi tradirà”. Nell'analizzare
l’opera si può leggere che la reazione degli apostoli non è tanto quella della
riflessione sulle parole dette da Cristo, quanto la varietà dei diversi atteggiamenti che provoca a ciascuno di loro. I gesti, i movimenti, gli sguardi tutti dettati dalle diverse reazioni
emotive. Pietro descritto dai Vangeli come uomo istintivo e
focoso, è irato e stupito dalle parole di Cristo, Giovanni appare rassegnato,
Taddeo è impaurito e triste, Simone sbigottito. Leonardo come abbiamo visto ha
saputo trasmettere, attraverso la rappresentazione pittorica, i sentimenti di
ciascuno sviluppando l’idea rinascimentale “che ciascuna persona è diversa
dall'altra”.
Nella rappresentazione
i dodici apostoli si dividono in quattro gruppi di tre ciascuno. Fra loro è
Giuda, il quarto da sinistra con il gomito appoggiato sul tavolo, rivolto verso
Cristo, non ancora sotto accusa, in ombra e turbato perché colpevole. I quattro
gruppi concatenati tra loro, formano altrettanti piramidi e al centro Cristo
con le braccia aperte, isolato rispetto ai discepoli, con l’espressione serena
e la consapevolezza di chi sa che sarà abbandonato da tutti. Vi è dunque uno
stacco notevole tra la calma di Cristo e la concitazione degli apostoli.
La
sala è rappresentata con prospettiva lineare, non essendovi, in uno spazio
interno limitato, la possibilità di usare la prospettiva aerea. Leonardo per
definire un senso di profondità al refettorio usa delle linee che convergono in un punto di fuga (sulla testa di Gesù) indicate dai lati della tavola, sui
ricami della tovaglia, sugli arazzi appesi alle pareti e sui cassettoni del soffitto (vedi sotto l'immagine elaborata da Paolo). L’illuminazione contribuisce alla morbidezza della testa di Cristo
sostituendo così l’antica aureola.
Oggi l’affresco di
Leonardo restaurato e rigenerato è tornato ad essere una delle maggiori
attrazioni di Milano. Nonostante gli ingressi contingentati, turisti di tutto il mondo convergono al
cenacolo in centinaia di migliaia l'anno. Suggerisco, a chi non l'ha fatto, di non mancare ad una visita guidata di
questo grande capolavoro.
Lina Viola