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28 febbraio 2018

VISITA AL CENACOLO DI LEONARDO DA VINCI



L'ultima cena - particolare

Ho visitato più volte nelle uscite scolastiche con i miei alunni delle scuole medie, Santa Maria delle Grazie, la chiesa di Milano dove si trova la famosa opera di Leonardo.
Ricordo molto bene che in una delle mie prime visite guidate, alla fine degli anni ’70, stavano montando il ponteggio di avvio dei lavori per il restauro. Negli anni a venire, in altre successive visite, per la complessità dei lavori dovute alle difficili condizioni in cui si trovava l’affresco, sembrava che il restauro si protraesse all'infinito e non si notava un avanzamento visibile; l’opera di restauro durò più di 20 anni. I restauri sbagliati fatti nei secoli, la polvere, l’umidità avevano ridotto l’affresco a una condizione di degrado tale da risultare quasi del tutto illeggibile. Al degrado avevano contribuito l’uso del refettorio come magazzino per le truppe napoleoniche alla fine del ‘700 e sotto la figura di Cristo, i frati avevano aperto una porta che lo collegava alla cucina. Nel 1943 un bombardamento colpì in pieno la volta e una parete, lasciando miracolosamente integra la parete con l’opera vinciana.


Recentemente son voluta tornare a visitare il cenacolo. Per evitare la lunga fila di turisti che quotidianamente assedia il cenacolo, con mio marito abbiamo acquistato i biglietti su internet. Il giorno stabilito ci siamo intruppati con gli altri turisti, perlopiù stranieri. L’ingresso viene consentito a piccoli gruppi e per un tempo definito, proprio perché anche le persone sono fonte d’inquinamento e per non alterare il microclima regolato entrano non più di una ventina di visitatori alla volta. Avendo avuto la possibilità di vedere l’opera con ancora il ricordo del cenacolo in condizione pessime e con i colori quasi del tutto scomparsi, subito appena entrata, sono stata colta come da uno stordimento che mi ha come abbagliata per le luci, per i colori ritrovati, per l'espressività delle figure che prima non si notava. I capelli di alcuni apostoli prima scuri ora molto più chiari; le bocche dei personaggi aperte per lo stupore all'annuncio di Cristo e prima chiuse. 
Il Cenacolo fu eseguito su una parete del refettorio del convento milanese, Leonardo volle proporre il tema del Cenacolo in modo innovativo, oltre che per la tecnica usata anche per aver fermato un momento preciso dell’ultima cena.
Il momento ripreso nell'opera è quello seguente all'annuncio di Cristo: “Uno di voi mi tradirà”. Nell'analizzare l’opera si può leggere che la reazione degli apostoli non è tanto quella della riflessione sulle parole dette da Cristo, quanto la varietà dei diversi atteggiamenti che provoca a ciascuno di loro. I gesti, i movimenti, gli sguardi tutti dettati dalle diverse reazioni emotive. Pietro descritto dai Vangeli come uomo istintivo e focoso, è irato e stupito dalle parole di Cristo, Giovanni appare rassegnato, Taddeo è impaurito e triste, Simone sbigottito. Leonardo come abbiamo visto ha saputo trasmettere, attraverso la rappresentazione pittorica, i sentimenti di ciascuno sviluppando l’idea rinascimentale “che ciascuna persona è diversa dall'altra”.
Nella rappresentazione i dodici apostoli si dividono in quattro gruppi di tre ciascuno. Fra loro è Giuda, il quarto da sinistra con il gomito appoggiato sul tavolo, rivolto verso Cristo, non ancora sotto accusa, in ombra e turbato perché colpevole. I quattro gruppi concatenati tra loro, formano altrettanti piramidi e al centro Cristo con le braccia aperte, isolato rispetto ai discepoli, con l’espressione serena e la consapevolezza di chi sa che sarà abbandonato da tutti. Vi è dunque uno stacco notevole tra la calma di Cristo e la concitazione degli apostoli. 
La sala è rappresentata con prospettiva lineare, non essendovi, in uno spazio interno limitato, la possibilità di usare la prospettiva aerea. Leonardo per definire un senso di profondità al refettorio usa delle linee che convergono in un punto di fuga (sulla testa di Gesù) indicate dai lati della tavola, sui ricami della tovaglia, sugli arazzi appesi alle pareti e sui cassettoni del soffitto (vedi sotto l'immagine elaborata da Paolo). L’illuminazione contribuisce alla morbidezza della testa di Cristo sostituendo così l’antica aureola.


 
Oggi l’affresco di Leonardo restaurato e rigenerato è tornato ad essere una delle maggiori attrazioni di Milano. Nonostante gli ingressi contingentati, turisti di tutto il mondo convergono al cenacolo in centinaia di migliaia l'anno. Suggerisco, a chi non l'ha fatto, di non mancare ad una visita guidata di questo grande capolavoro.


Lina Viola