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08 febbraio 2018

Sofia: città dai mille volti. Invito a visitare la capitale bulgara


Non nascondo ai lettori che scrivo questo articolo con un po’ di egoismo: tornata da Sofia, ho ancora le sue immagini davanti agli occhi quando li chiudo... così ho pensato di farlo diventare per me l’occasione di metabolizzare il mio viaggio e fissarlo nella memoria, per voi un invito a recarvi in questa città meravigliosa.

Santa Sofia, martire cristiana.
Statua eretta in luogo della precedente
raffigurante Lenin.
Sòfia è la capitale della Bulgaria. Sulla carta ha circa 1.270.000 abitanti, ma nella realtà i sofioti stessi dicono d’essere almeno 3 milioni. Una miriade di civiltà vi si sono mescolate nel tempo: dai primi Traci che l’hanno fondata come Serdica nel VII secolo a.C. -il che ne fa la terza capitale europea più antica dopo Atene e Roma- ai Romani che l’hanno conquistata nel 29 a.C., dagli Unni che vi irruppero nel 447 d.C., ai popoli zingarici che, originari dell’India, giunsero a più riprese verso l’Europa a partire dal Mille d.C., passando proprio per i Balcani, dai Bizantini ai Turchi Ottomani che la conquistarono nel 1382, fino ai Russi.
Giunti a Sofia avrete la sensazione di fare un tuffo negli anni ’80. Ad edifici di stampo comunista (il Regime vi permane dal 1946 al 1989), si affiancano edifici dalle architetture teutoniche – quelli oggi visibili in una qualunque città tedesca – tracce lasciate dal governo filo-tedesco a partire dalla Prima Guerra Mondiale, nella cui sfera d’influenza la Bulgaria rimase fino alla Seconda.

Sede del Partito Socialista bulgaro
Scorcio di una via con il classico
tram cittadino

Vista di Sofia con alle spalle il monte Vitosha 
La città sorge ai piedi del monte Vitosha. Al mattino i raggi del sole adagiano una patina d’oro sulle cime innevate dei monti Balcani che la abbracciano, e lasciano cadere una calda carezza sui lineamenti seriosi delle abitazioni. La luce muore sui palazzi squadrati e severi per poi risorgere riflessa dalle cupole d’oro delle chiese ortodosse e dai pinnacoli abbaglianti delle chiese russe.


Sferzate di vento gelido si mescolano all’odore seducente di rosa, che vi inonderà non appena aprirete le porte dei tipici negozietti di souvenir. La Bulgaria produce, infatti, da sola l’80% dell’olio essenziale di rosa del mondo, in una valle – la Rozova Dolina – che fra maggio e giugno si ricopre di migliaia di rose bianche, rosse e rosa.

Vista notturna della Moschea
Banya Bashi
Nel giro di un solo giorno ho pregato accanto agli ebrei, abbagliata dalla luce della Stella di David; ho indossato l’Hijab e mi sono rivolta verso la Mecca con i musulmani; incantata insieme ai cristiani, ho stretto le mani giunte e spalancato gli occhi davanti allo splendore delle iconostasi delle chiese ortodosse... e mai in nessuno di questi luoghi mi sono sentita figlia di un Dio diverso.




Iconostasi nella chiesa ortodossa del  Monastero di Rila

"Sinagoga centrale" della città, definita tale perché la più
importante fra le varie presenti in passato


Lettere maiuscole dell'alfabeto cirillico
L’eleganza dell’alfabeto cirillico e le centinaia di icone bizantine che costellano le chiese e i musei vi avvolgeranno in un'atmosfera da mistero sacro, atmosfera che mai mi aveva colta come a Rila, sede di un antico monastero nel cuore dei monti e meta che da sola varrebbe l’intero viaggio in terra bulgara.


A 120 km da Sofia, il Monastero di Rila è il più grande della Bulgaria. Fondato da San Giovanni di Rila nel X secolo, è patrimonio dell’Umanità dal 1983. A 1147 m d’altezza, circondato da vette innevate e ammantate di conifere, protetti dalle sue mura e immersi nel silenzio ci si sente veramente ad un passo dal Paradiso.

Monastero di Rila, il più grande della nazione

Camminando per strada avrete la sensazione che più mondi e più epoche vi sfiorino contemporaneamente. Vi incanteranno i bulgari biondi dagli occhi azzurri e i lineamenti spigolosi tipici dei popoli slavi; vi cattureranno gli sguardi magnetici e diffidenti dei bulgari scuri dagli occhi verdi, profondi come tunnel nei visi dai tratti zingarici; vi strapperanno un sorriso i bulgari dall'espressione calda e dai tratti rudi, che vi faranno sentire a casa, come foste in Sicilia... perché sì, a tratti questa terra crogiolo di razze e di popoli diversi, ininterrottamente contesa e strappata da ogni lembo come un tessuto prezioso, mi è sembrata molto simile alla nostra.

Valeria Bongiovanni