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31 ottobre 2018

Invito alla lettura: La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig




Frisch, un ricco tedesco, viene trovato morto nella sua villa, per un colpo d'arma da fuoco. Sembra si tratti d'un suicidio, ma non ci sono messaggi. Solo una scacchiera di pezza, sul suo tavolo da lavoro, con una posizione di gioco già sviluppata. La variante di Lüneburg è, all'inizio, un giallo da risolvere.
Ma al giallo, in breve spazio, segue il racconto biografico: tempo prima del fattaccio, Frisch e il suo collega Baum, nel treno da Monaco a Vienna, incontrano Hans. Egli è un misterioso ragazzo, che prende a raccontare la sua lunga storia. Racconta di una serie di partite a scacchi. Con il racconto di Hans, La variante di Lüneburg è, prima di tutto, un libro di partite a scacchi.

Le partite, le più importanti, sono quattro: una fra un ragazzo ebreo e uno nazista, nella scalata per aggiudicarsi il titolo di campione mondiale di scacchi; siamo qualche notte prima della Kristallnacht. La seconda è la partita giocata da quei due ragazzi divenuti uomini. Il primo è un ebreo rinchiuso nel lager di Bergen-Belsen, nella landa di Lüneburg; il secondo è un sottufficiale nazista di quel campo. La partita si gioca al tavolo della sua scrivania, l’ebreo viene assolto dai lavori pesanti del lager perché sia garantita la sua lucidità al gioco. La terza è la partita delle loro due vite, una sfida, a partire dalla gioventù, ad intimidire l’altro, a non farsi circuire. La quarta è la seconda guerra mondiale.

Il rapporto fra queste partite è un giocoforza che ha la tragicità delle piccole vicende che si misurano con i grandi eventi della storia. Vince chi vince gli scacchi, o chi vince la guerra? C'è il pericolo che la sconfitta storica determini l'esito della partita a scacchi. Così, la sfida fra due vite diventa una tensione strategica allo scacco per l’altro. Non c’è più solo la bravura tecnica: lo sa il tedesco, che fin da ragazzino vuole intimidire il suo avversario. Si presenta quindici minuti in ritardo alla partita, per prendersene gioco.

Col racconto di Hans, il romanzo diviene un racconto a cornice, dove basta il tempo d’un viaggio in treno perché i rapporti fra vite trascorse siano incastrati per sempre. Per cui, la fine del romanzo sarà la chiave di lettura della mossa iniziale: quella del suicidio di Frisch. E così, tutto il romanzo è una partita ripercorsa all’indietro (la terza: quella della vita). Procedendo, se ne incontrano le vittime o pedine.

Ci si accorge allora che la variante di Lüneburg è stata applicata alla vita. Non il libro: ma la mossa di scacchi. Perché il titolo del romanzo prende il nome da una mossa di scacchi: quella inventata dall’ebreo nella landa di Lüneburg. Essa consiste nel sacrificio d’un cavallo, in ragione del bottino di due pedoni. Alla fine del romanzo, poi, si capisce chi sia il cavallo, si comprende la natura dei pedoni.

Alessia Borriello​


La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig è disponibile in biblioteca.