Questa estate La
nave di Teseo ha pubblicato, di Edgarda
Ferri, Un gomitolo aggrovigliato è il mio cuore. Vita di Etty Hillesum. Un bel
libro che si legge come un romanzo e che ci da l’occasione per andare a leggere
o rileggere anche il suo “Diario”. Non è facile descrivere in poche righe la
profondità del percorso che Etty Hillesum ci racconta.
Esther
Hillesum, detta Etty, è una ragazza olandese di origini ebraiche, colta,
curiosa, dalla sensibilità inusuale. Appassionata di letteratura russa e
lettrice vorace, piena di vita, di passioni, profondamente libera; lavora come
dattilografa al Consiglio Ebraico: la sua è una condizione privilegiata, allo
scoppiare della Seconda guerra mondiale e con l'inizio delle persecuzioni
razziali potrebbe scappare e salvarsi. Potrebbe coltivare i suoi studi,
scoprire l'amore che comincia ad affacciarsi nella sua vita, realizzare i mille
sogni suggeriti dalla sua fantasia. Ma decide di non abbandonare la sua
famiglia, il suo popolo, e di condividerne fino in fondo la sorte. Etty
Hillesum non ha neanche trent’anni quando tutto questo accade. Così, il 7
settembre 1943, dopo i mesi passati nel campo di transito di Westerbork, sale
su un treno per Auschwitz da cui, non farà più ritorno. L’animo ribelle e
poetico di Etty Hillesum, gli anni della gioventù e della guerra affrontati con
uno spirito mai esausto, un “umanesimo radicale” che ha trovato nelle pagine
del suo diario e delle sue lettere un'altissima interpretazione letteraria. E
può sembrare strano, forse inappropriato, trovare un’intima, preziosa bellezza nelle
sue parole, poiché queste si riferiscono a una tragedia storica di portata
immensa, l’annientamento di un popolo per volere di altri uomini e al contempo
la distruzione di ogni aspetto di umanità che un uomo può infliggere a un suo
simile.
La descrizione
di ciò che accade, di ciò che si sente dire, delle paure, dei segnali della
tragedia incombente, lentamente lascia il posto nel diario al racconto della
sua trasformazione interiore, come unico modo per resistere a quegli
avvenimenti.
La sua
resistenza è puramente interiore, e nasce dalla consapevolezza che la
possibilità di trasformazione del mondo è intimamente legata alla disponibilità
a trasformare se stessi.
Una pace
futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in
se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di
qualunque razza o popolo.
Un testo, il
suo diario, ricordiamo ancora, che non si limita alla testimonianza di una
tragedia storica, ma che pone un tema universale: la solitudine dell’uomo
davanti al dolore, e la ricerca, tutta interiore, profondamente intima, di una
possibilità di comprenderlo e accettarlo.
Considerata
uno dei simboli della Shoah, la vita e le opere di Etty Hillesum sono diventate
fonti di ispirazione contro l'oblio della memoria, esempi di altruismo e
solidarietà capaci di sopravvivere alle atrocità della storia. Il suo diario ci
trasporta con intimità e rispetto nei suoi momenti privati, nelle scelte
coraggiose, nel cuore tormentato di una donna dalla forza indomita e mai
dimenticata.
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento sarà pubblicato tra breve. Grazie.