Filippo Minacapilli
Le parole di Filippo
Minacapilli sono come veri e propri riflessi sull'acqua: seguono un leggero moto
ondoso, si scompongono e si ricompongono, instancabili esprimono sensazioni e
immagini che ritornano limpide e senza increspature.
Emozioni e sentimenti
hanno, in questa raccolta, un ruolo privilegiato, senza tuttavia togliere
spazio a considerazioni meno intimistiche, di vocazione politico-sociale.
L'opera è divisa in tre parti, per le quali l'autore ha scelto tre diverse forme espressive: le poesie, gli haiku (brevi componimenti poetici giapponesi, utilizzati soprattutto per celebrare la natura) e gli aforismi (di interesse filosofico-pedagogico).
In copertina un
uccello si specchia sull'acqua confondendo la vista dell'osservatore, in un
gioco di specchi che celebra il vero e l'illusorio al tempo stesso, categorie
ossimoriche alle quali appartengono le parole: “reali e invisibili”, forti
eppure ineffabili. Parole che come “perle” sanno nascere anche dalla
“malattia”, dal dolore dell'abbandono.
I componimenti ruotano
soprattutto intorno ai temi dell'amore (urlato, sussurrato, desiderato, perduto...)
e della natura. La natura maestra, alla quale l'autore, capace di sentirne le
urla silenziose, presta i suoi versi. L'amore inesauribile fonte d'ispirazione,
che suggerisce le parole anche quando sembra sottrarle. Paradosso,
quest'ultimo, ben espresso in Poesia senza versi:
[…] Non serve il mio
canto
se tu non vuoi
più ascoltarlo
Ho perso i versi
Equilibristi accompagnano
il lettore in un viaggio sensoriale, avvolto da atmosfere oniriche e sinestetiche.
La figura circense riappare di tanto in tanto fra le pagine, per ricordarci che
la vita è un bellissimo gioco fatto di fragili e preziosi equilibri nel quale
“avanziamo come funamboli sul filo del sogno. Pronti a cadere”.
Il libro può essere
apprezzato in ogni sua parte (ognuna vive e brilla di luce propria) ma chi lo
legge seguendo l'ordine che va dall'inizio alla fine, potrà coglierne la
fluidità dialettica. Il filo conduttore di questo cammino non potrà allora che
trovare, ancora una volta nell'acqua, la metafora più calzante e feconda.
Maura Campo
Maura Campo nasce nel 1989 a Catania.
Vive tra Enna e Venezia dove nel 2015 consegue la laurea magistrale in Filosofia della società dell'arte e della comunicazione presso
l'Università Ca' Foscari.
È attualmente iscritta al Master in Editoria dell'Università di Verona.
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