L’antologia
le Rime, rappresenta la mia prima pubblicazione, il mio umile ingresso entro il
vastissimo e variegato mondo della letteratura contemporanea.
La
silloge composta da sessanta liriche è il frutto d’un lavoro creato nel tempo,
considerato che le poesie sono state scritte in momenti e luoghi diversi, alcune
a distanza di anni.
Il
mondo della poesia è qualcosa di etereo forse solo un sentire, nel mio caso
direi che s’è trattato d’un divenire, un’esigenza, certamente un dono. Il
mio essere mi ha portato ad interessarmi di tutto, l’attività indagatoria
artistica è partita molto presto con la musica alla quale si aggiunta la pittura
e poco più tardi la scrittura.
Un paesaggio primaverile è di per sé poesia, esso
può essere incastonato entro i versi oppure nella tela, in una musica o in
tutte e tre le cose.
Ho fatto questo esempio perché alla
“consociazione” delle arti io credo molto, così in molti casi le mie rime sono
state ispirate dalla musica romantica ottocentesca, Chopin in primis, in esse
le avvolgevo per farle brillare d’oro romantico.
Non fronzoli, cicisbei e maschere
pirandelliane, ma ho cantato degli Ultimi, della nebbia e delle stagioni, della
storia di alcuni luoghi a me molto cari, dei sensi umani, dell’amore e la fiducia
verso l’umanità per i giorni a venire.
In ultimo, mi preme evidenziare quanto per me
sia stato difficile impormi con il mio modo di scrivere, ciò nonostante, non ho
mai mollato né creduto di dover rinunciare alla mia originalità. Sì facendo
testardo come sono, ho pubblicato due libri e sono in procinto d’annunciare il
terzo che dovrebbe uscire tra qualche settimana. La deriva decadentista moderna
non mi entusiasma, anzi mi preoccupa molto, per quanto riconosca la validità
del verso libero, preferisco scrivere cercando di non cancellare mai la radice
classica e la parola aulica che in me nasce spontanea.
Io costruisco “bolle poetiche”, come un
Imago, un Cantastorie romantico, per pochi istanti servendomi dell’etere della
musica eccelsa, trasporto le genti in giro nel tempo sino a far apparire loro
le immagini che voglio.
La poesia è pura filosofia, la scienza che
abbraccia la fede, le razze che si stringono la mano, ogni cosa persino un
sasso, attraverso la poesia può prendere vita, questo il poeta lo sa bene, egli
avverte la responsabilità del suo dono, la parola poetica così sarà asservita
al messaggio della fede, della speranza, alla divulgazione della conoscenza
pura e mai edulcorata.
Giuseppe Mistretta
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