Il Times ha definito Elizabeth Chadwick: “un’eccezionale narratrice degli intrighi di corte.”
Questa definizione viene confermata ogni volta che scrive un romanzo.
La stressa autrice della fortunata serie su Eleonora d’Aquitania in La Principessa d’Irlanda narra le vicende della giovane Aoife, figlia del re Diarmait, costretta a seguirlo in Inghilterra quando questi viene deposto dal suo trono.
Gli intrighi non mancano, come in qualsiasi corte che si rispetti, e qui la giovane principessa impara a destreggiarsi dimostrando lealtà nei confronti della sua famiglia ma non rinunciando alla sua libertà di scelta e rifiutando di essere una pedina nelle mani dei potenti.
La Chadwick descrive le scene con tanta maestria e precisione da dare l’impressione che lei stessa abbia vissuto in persona ciò che narra.
Un romanzo affasciante e anche cruento, una ricostruzione con un’accuratezza storica davvero impeccabile.
Ciò che viene fuori da questo romanzo è la figura di una donna consapevole delle sue capacità.
Nonostante la sua bellezza decantata, Aoife non è vittima di questa, né tantomeno la usa per perseguire uno scopo o una causa ma, attraverso l’intelligenza fuori dal comune di cui è dotata, si muove alla corte di Enrico II facendosi osservare ma mai avvicinare.
Una donna che attraverso le sue azioni fa capire quanto possa essere determinante nella riuscita di un’impresa. Una donna moderna che conosce il proprio valore e si pone alla pari di uomini potenti.
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