III) Ipotesi sull’origine delle fasce (II parte)
Per dare una spiegazione di carattere
storico sulla nascita e sulla funzione della fascia nella nostra processione è
necessario partire proprio dal significato del termine nella lingua siciliana.
Nel 1786 l'abate Michele Pasqualino
nel Vocabolario siciliano etimologico italiano e latino dà questa definizione
del termine: “fascia, striscia di panno
lino lunga, e stretta, la quale avvolta intorno a chicchessia, lega, e strigne
leggiermente”. Prosegue ancora lo studioso: “fasci nel numero di più diconsi tutti panni lini, che involgono e
stringono i bambini prima di vestirsi”.
Vincenzo Mortillaro che pubblica il
suo vocabolario nel 1838 dà la stessa definizione di fascia: ”…striscia di pannolino, o di altro lunga, e
stretta, che avvolta intorno a checchessia, lega e stringe. Dicesi anche di
tutte le cose, che circondano, e difendono le altre”.
Già nel '700 e nell’800, quindi, per
fascia si intendeva una striscia di panno di lino per avvolgere. E fasci, al
plurale, i panni che “…stringono i
bambini prima di vestirsi”.
La consuetudine di fasciare i neonati,
tanto diffusa e radicata, si perpetua nel tempo giungendo fino a noi e
documentata - intorno alla fine degli anni trenta del secolo XIX - dal Pitrè
quando segnala che “Più di due terzi
della Sicilia serbano l’uso di mettere prigioniero tra le tenaci fasce il
neonato e di ficcare in una delle ripiegature della fasciatura lo Abbizzè” -l’a,b,c- “o Buzzeu o Santa Cruci”, cioè un
libricino di poche pagine con immagini, segni e preghiere, la cui funzione è
quella di avere “molte virtù e preserva, chi lo ha addosso, di qualche
maleficio possibile”. (cfr. Usi e costumi, credenze e pregiudizi ecc. di G.
Pitrè volume II, pag. 149).
Anche a Pietraperzia la tradizione di avvolgere i bambini in fasce per i primi mesi di vita è rimasta in uso fino agli anni ’60 del secolo XX. E’ altresì testimoniato da persone tuttora viventi che nel territorio di Pietraperzia, almeno fino alla fine del XIX secolo, il lino veniva coltivato, lavorato e infine tessuto. Diverse sono le testimonianze in tal senso che risultano interessanti sia per quanto riguarda la produzione del lino sia per l’utilizzo che se ne faceva.
La signora Carmela Marotta vedova
Anzallo (n.23/12/1927) racconta che il nonno del marito si trovava nei pressi
del fiume Salso dove aveva un appezzamento di terreno nel quale coltivava il
lino. Mentre il signor Anzallo Calogero di Filippo si trovava in quel luogo,
giunse improvvisa una forte piena tale da provocare apprensione nello stesso e
nei fratelli presenti, da far temere per la loro vita.Anche a Pietraperzia la tradizione di avvolgere i bambini in fasce per i primi mesi di vita è rimasta in uso fino agli anni ’60 del secolo XX. E’ altresì testimoniato da persone tuttora viventi che nel territorio di Pietraperzia, almeno fino alla fine del XIX secolo, il lino veniva coltivato, lavorato e infine tessuto. Diverse sono le testimonianze in tal senso che risultano interessanti sia per quanto riguarda la produzione del lino sia per l’utilizzo che se ne faceva.
Lo stesso Anzallo fece voto di
realizzare una fascia di lino se i presenti al fiume si fossero salvati. Allo
scampato pericolo seguì la realizzazione di una fascia. La storia narrata dalla
signora Anzallo risale all'anno 1890 circa.
Il signor Rosario Caffo (n.28/02/1933)
racconta che il lino utilizzato per la realizzazione della fascia della sua
famiglia fu coltivato in contrada Vallone dell’Oro, in territorio di
Pietraperzia. La fascia, il cui primo proprietario fu il signor Damiano
Satariano, porta la data del 1888 ed è la più antica tra quelle in cui vi è
ricamato l’anno di realizzazione.
A Pietraperzia, quindi, non solo si
coltivava il lino ma si realizzavano anche le fasce che venivano utilizzate per
avvolgere i bambini subito dopo la nascita.
Secondo la testimonianza di persone
tuttora viventi, al bambino veniva prima
messo il panno, poi il “fascione” e
solo in ultimo la fascia vera e propria.
Il fascione era una stoffa quadrata
delle dimensioni di circa 80 cm. x 80 cm. posto sotto la fascia.
Negli anni '30 del secolo scorso le
fasce venivano acquistate già pronte e misuravano circa cm. 225 di lunghezza,
mentre la larghezza era di circa 20 cm.
Giuseppe Maddalena
Nella prossima pubblicazione alcune notizie sui primi proprietari delle fasce.
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