Diego ha appena nove anni quando inizia la sua prima esperienza di fabbro. Affascinato dall'arte della lavorazione del metallo proseguirà nella sua lunga carriera di artigiano del ferro fino ai nostri giorni, consegnandoci manufatti di alto livello.
Diego Ferrante nasce a Pietraperzia nel 1943. Seguono gli anni difficili del dopoguerra: la sua breve infanzia conosce solo l'istruzione elementare. Nel 1952 comincia a frequentare la bottega artigianale di "màstru Cìcciu Cannizzàru" (maestro Francesco Cannizzaro nato nel 1900); lì apprende i primi segreti di bottega. Apprende altri segreti del mestiere di fabbro da "mastro" Antonino La Tona (nato nel 1907) e nell'officina di Giacomo Ignazio Gulizia (nato nel 1912), dove ricevono un notevole incremento le sue conoscenze e abilità artigianali. Saranno il Cannizzaro e il Gulizia a realizzare l'imponente ringhiera e il cancello della Villa comunale di Pietraperzia.
Negli anni '60 del secolo scorso il boom economico dell'Europa industriale con le sue miniere in piena attività e le officine meccaniche spinsero all'emigrazione tanti valenti lavoratori della nostra Sicilia, e di Pietraperzia, i quali cercarono fortuna in quelle nazioni più ricche, nella speranza di realizzare un futuro migliore. Dal 1962 al 1965 il Ferrante si reca in Germania per lavorare nelle acciaierie Mannesman; vi lavora come saldatore specializzato per la produzione di tubi ad alta pressione. Per breve tempo prosegue la stessa esperienza in Francia. Nel 1968 fa rientro a Pietraperzia per intraprendere l'attività autonoma di fabbro.
Da allora ad oggi non si contano le prestigiose opere in ferro da lui realizzate.
La tecnica adoperata è quella della forgiatura del ferro a caldo. Il ferro viene reso incandescente dal fuoco della forgia, alimentato con il carbone fossile mediante un mantice.
Un fondamentale segreto di bottega è che il carbone va inumidito nella forgia e disposto con precisione intorno al ferro da arroventare. Questo, subito dopo, viene modellato sull'incudine a colpi di martello per fargli assumere la forma voluta.
Non si usa un martello qualsiasi, ma quello adatto al tipo di lavorazione, ideale per la precisione dei colpi e le forme da ottenere.
I lavori da eseguire iniziano sempre dall'ascolto della "voce" del ferro, battuto sull'incudine. Il pezzo di ferro produce un suono che permette a Diego di capire la lega ferrosa del materiale trattato e il tipo di lavorazione cui può essere sottoposto. Sui corni dell'incudine le mani di Diego battono velocemente il ferro rovente e lo colpiscono con precisione e sapienza.
Sotto i nostri
occhi, con una maestria strabiliante, Diego "anima" il ferro con forme che spesso assumono una chiara connnotazione artistica. Un colpo preciso sull'estremità di un'asta, ed è subito realizzato un "bottone" (ripiegamento repentino dell'estremità dell'asta di ferro su se stessa), un altro paio di colpi ed il ferro si arrotola per diventare un decoro a voluta. I manufatti più complessi, formati da più pezzi, sono privi di saldature. Le forme sono ottenute legando i pezzi modellati con chiodini e gaffette.L'esperienza della forgiatura a caldo di Diego è splendidamente documentata dalla trasformazione del ferro piatto in forma rotonda, in ogni parte perfettamente dello stesso spessore. Con la forgiatura del ferro Diego ottiene tantissime forme: chiavi, serrature, punte, decori floreali, incisioni.Le possibilità espressive sono inimmaginabili: basta proporre la forma e il nostro artista del ferro si cimenta nella successiva elaborazione. Il poliedrico talento di Diego Ferrante si ritrova in tante opere: cancellate, battiporta, maniglie ad anello per le imponenti porte dei palazzi nobiliari, decorazioni a volute usate come rinforzo dei portali, eleganti lanterne, preziose ringhiere. In queste opere, in certo qual modo, egli supera il dettaglio per collocarsi in una prospettiva artistica. Le opere recenti più notevoli sono: il restauro della ringhiera della villa comunale di Pietraperzia, la lunetta che adorna il portone d'ingresso della residenza della famiglia La Monica in Via Barone Tortorici n. 71, il cancello d'ingresso della chiesa parrocchiale di San Tommaso Apostolo in Enna realizzato nel 1994.Di solito il lavoratore artigianale realizza oggetti finalizzati al profitto. L'artigiano di talento non si adegua a questo comportamento: egli progetta ed esegue opere che, pur dando un guadagno, sono espressione di una passione lavorativa che serve ad abbellire l'ambiente, a renderlo più vivibile.Oggi molti palazzi di origine nobiliare, nelle opere di ripristino conservativo del ferro lavorato, sono state affidate alla maestria del Ferrante, il quale è stato capace di intervenire, nella manutenzione straordinaria di tali opere, con competenza e bravura. In un mondo governato dalle grandi aziende dei vari settori, dove è prevalente il profitto di chi produce di più e meglio, resistono solo i grandi maestri delle varie arti, che sanno imporsi per la bellezza e la perfezione del proprio prodotto artistico. Tra questi è da annoverare il nostro concittadino Diego Ferrante.
Elisa Mastrosimone
Tratto da: PietraperziA -Anno I, numero 1 - Aprile-Agosto 2004
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