Il romanzo di Simonetta Agnello Hornby è ambientato in Sicilia ed è frutto di una lunga escursione storica che inizia a
fine '800 per arrivare alla prima metà del secolo scorso.
La
scrittrice in questo romanzo dal titolo apparentemente leggero, "Caffè
amaro", racconta la storia di Maria, una ragazza di quindici anni, molto
bella, che viene chiesta in sposa da un "signorotto blasonato" molto
più grande di lei e innamorato perdutamente.
Pietro
è un uomo colto, con la passione per i viaggi, collezionista di reperti
archeologici. È un cultore di arte, teatro, amante della buona musica. Insomma
un uomo di mondo che a modo suo ama godersi la vita.
Maria
appartiene ad una famiglia borghese non molto agiata, il padre un avvocato
con idee socialiste, la lascia libera di decidere del suo destino. Consapevole delle difficoltà economiche della sua famiglia, vede i vantaggi della proposta di Pietro e decide di
farsi sposare.
Pietro
non farà fatica a farsi amare; la riempie di premure e di dolci attenzioni che
finiranno per conquistarla.
Avrà una vita piena con Pietro. Ormai donna matura, irrompe nel racconto,
Giosuè, un amico d'infanzia che il padre di Maria ha cresciuto nella loro casa.
Figlio di un suo amico, a cui ha fatto, prima di morire, la promessa di mantenerlo agli studi e avviarlo alla carriera militare. Giosuè dopo avere abbandonato la vita militare diventerà un uomo
politico e per Maria il disvelamento di una seconda possibilità nella sua vita
di donna affermata e consapevole della sua emancipazione.
La
trama non particolarmente originale è quasi un pretesto per far scorrere tra le
pagine il romanzo di Maria che si intreccia con la storia d’Italia e della
Sicilia e le “storie” di tante famiglie italiane. Un'incessante carrellata che
parte dai Fasci siciliani per concludersi con la seconda guerra mondiale e il
bombardamento di Palermo. Pagine capaci, a volte, di un grande fascino evocativo, come quando
descrive le case bombardate di Palermo o i viaggi con Pietro.
Visiteranno Crespi d’Adda, in Lombardia, dove la famiglia Crespi, grandi imprenditori, realizzarono un paese ideale per i loro operai. Maria, imprenditrice nelle miniere del suocero, da quella visita trarrà ispirazione per migliorare le condizioni di lavoro dei suoi "carusi". Una improbabile e inverosimile possibilità che serve solo come spunto all'autrice per descrivere il paese lombardo e la differenza delle condizioni di vita degli operai di Crespi e i minatori siciliani.
Nel
libro vengono ricordati i temi che da sempre affliggono la Sicilia. L’incuria delle strade, le epidemie di tifo
per la mancanza di fognature e dell’acqua potabile nelle case, le terre
incolte, le miniere di zolfo, lo spreco del denaro pubblico, la
violenza mafiosa, l’emigrazione.
E
poi i viaggi, il fascismo, le colonie, le leggi razziali. Un guazzabuglio di
Storia e di “storie” che a tratti mi hanno disorientato.
Le
pagine che più mi sono piaciute sono quelle capaci di suscitare certi ricordi pieni di rimpianti, che pesano su tutti coloro che hanno dovuto lasciare la propria terra. La mia infanzia a Pietraperzia
e poi l’adolescenza, poi giovane studentessa a Palermo; una città per me allora sconosciuta, bellissima nei miei
ricordi, città ricca d'arte, coi suoi teatri, i suoi monumenti, i suoi artisti,
l’odore delle "stigliole" e i colori dei mercati della Vucciria e di
Ballarò. Il ricordo e lo stupore, ancora nei primi anni 70, per le macerie di
quei palazzi bombardati della seconda guerra mondiale, e poi per lavorare, emigrata al nord.
Ricordi
legati, sicuramente, alla nostalgia anche per la nostra autrice, che come tanti
siciliani ha dovuto vivere lontano dalle sue origini, e che nonostante tutto hanno realizzato i propri sogni nelle città del
nord, dove sono stati accolti.
Lina Viola
Il libro "Caffè amaro" è disponibile in biblioteca
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