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14 dicembre 2017

Invito alla lettura: Etty Hillesum



           

 
Questa estate La nave di Teseo ha  pubblicato, di Edgarda Ferri, Un gomitolo aggrovigliato è il mio cuore. Vita di Etty Hillesum. Un bel libro che si legge come un romanzo e che ci da l’occasione per andare a leggere o rileggere anche il suo “Diario”. Non è facile descrivere in poche righe la profondità del percorso che Etty Hillesum ci racconta.
Esther Hillesum, detta Etty, è una ragazza olandese di origini ebraiche, colta, curiosa, dalla sensibilità inusuale. Appassionata di letteratura russa e lettrice vorace, piena di vita, di passioni, profondamente libera; lavora come dattilografa al Consiglio Ebraico: la sua è una condizione privilegiata, allo scoppiare della Seconda guerra mondiale e con l'inizio delle persecuzioni razziali potrebbe scappare e salvarsi. Potrebbe coltivare i suoi studi, scoprire l'amore che comincia ad affacciarsi nella sua vita, realizzare i mille sogni suggeriti dalla sua fantasia. Ma decide di non abbandonare la sua famiglia, il suo popolo, e di condividerne fino in fondo la sorte. Etty Hillesum non ha neanche trent’anni quando tutto questo accade. Così, il 7 settembre 1943, dopo i mesi passati nel campo di transito di Westerbork, sale su un treno per Auschwitz da cui, non farà più ritorno. L’animo ribelle e poetico di Etty Hillesum, gli anni della gioventù e della guerra affrontati con uno spirito mai esausto, un “umanesimo radicale” che ha trovato nelle pagine del suo diario e delle sue lettere un'altissima interpretazione letteraria. E può sembrare strano, forse inappropriato, trovare un’intima, preziosa bellezza nelle sue parole, poiché queste si riferiscono a una tragedia storica di portata immensa, l’annientamento di un popolo per volere di altri uomini e al contempo la distruzione di ogni aspetto di umanità che un uomo può infliggere a un suo simile.
La descrizione di ciò che accade, di ciò che si sente dire, delle paure, dei segnali della tragedia incombente, lentamente lascia il posto nel diario al racconto della sua trasformazione interiore, come unico modo per resistere a quegli avvenimenti.
La sua resistenza è puramente interiore, e nasce dalla consapevolezza che la possibilità di trasformazione del mondo è intimamente legata alla disponibilità a trasformare se stessi.
Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo.
Un testo, il suo diario, ricordiamo ancora, che non si limita alla testimonianza di una tragedia storica, ma che pone un tema universale: la solitudine dell’uomo davanti al dolore, e la ricerca, tutta interiore, profondamente intima, di una possibilità di comprenderlo e accettarlo.
Considerata uno dei simboli della Shoah, la vita e le opere di Etty Hillesum sono diventate fonti di ispirazione contro l'oblio della memoria, esempi di altruismo e solidarietà capaci di sopravvivere alle atrocità della storia. Il suo diario ci trasporta con intimità e rispetto nei suoi momenti privati, nelle scelte coraggiose, nel cuore tormentato di una donna dalla forza indomita e mai dimenticata.







09 novembre 2017

NOVITÀ IN LIBRERIA - SIMONETTA AGNELLO HORNBY



Nessuno può volare
Simonetta Agnello Hornby
Feltrinelli Editore 2017



Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli si cresce con la consapevolezza che si è "tutti normali, ma diversi, ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po' 'strane'". Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza della cugina Ninì, sordomuta ("Ninì non parla bene," si spiega agli estranei), dell'amata bambinaia ungherese Giuliana, un po' zoppa, del padre con una gamba malata, e della "pizzuta" prozia Rosina, cleptomane – quando l'argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché "la zia non deve sentirsi imbarazzata"… E poi naturalmente conosciamo George, sia attraverso le parole di sua madre – non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile (la chiave sta proprio nel titolo: "nessuno può volare") –, sia grazie alla sua voce, che si alterna come un controcanto ironico (cento per cento british), ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli di chi si muove in carrozzina. E proprio come Simonetta con le storie di un tempo passato ci regala uno sguardo insolito e genuino sul mondo, così anche George, a cui quindici anni fa è stata diagnosticata la sclerosi multipla, ci consegna un punto di vista diverso da cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi. "Come, accanto ai colori dell'arcobaleno, lo spettro cromatico della luce ha altri colori invisibili a occhio nudo, così io vorrei che questo libro potesse aiutare i lettori a vedere lo spettro diverso in cui la nostra società si compone."

06 novembre 2017

NOVITÀ IN LIBRERIA - ALESSANDRO ZACCURI

Come non letto. 10 classici +1 che possono ancora cambiare il mondo
Alessandro Zaccuri
Ponte delle Grazie
Con la letteratura, forse, non si mangia. Ma si può dare da mangiare. I libri, se non altro quelle opere che si meritano il nome di classici, da sempre sono un nutrimento per l'anima, e in certi casi possono anche rivelarsi utili per nutrire i corpi o comunque per aiutare a vivere una vita più dignitosa. È quanto ha sperimentato lo scrittore e critico Alessandro Zaccuri nei suoi incontri pubblici, intitolati Come non letto, che sanciscono una positiva alleanza tra letteratura e solidarietà. Basta avere un concreto progetto di assistenza per i bisognosi, beni (non soldi) da raccogliere e un libro di cui parlare: Zaccuri racconta e interpreta, il pubblico porta in cambio la sua offerta materiale.
Come non letto è nato così, ma adesso è cresciuto a sua volta in un libro, i cui diritti saranno devoluti all'Associazione Nocetum di Milano. Suddiviso in dieci capitoli più uno, affronta altrettanti capolavori della narrativa, soprattutto grandi romanzi dell'Ottocento, individuandone le rispettive tematiche fondamentali: il sogno per Don Chisciotte, la vendetta per Il conte di Montecristo, il mistero per Moby Dick, il male per Dracula e così via. Offre in questo modo un'originale chiave di lettura e suggerisce nuove, impreviste prospettive per accostarsi alle opere, e intanto incoraggia il lettore a darne una propria interpretazione (e ovviamente a leggerle o rileggerle). La grande letteratura dimostra di non essere un passatempo per privilegiati e si conferma un'esperienza fondamentale e incisiva, non solo per il piacere del singolo lettore, ma per il bene della società nel suo complesso. E se anche non vogliamo più chiamarla "impegnata", resta capace di dare il suo piccolo contributo per rendere il mondo un posto migliore.

L'INTERVISTA di Salvatore Carrubba
Spesso l'autore si dimentica del lettore, ma da questa distrazione può nascere un capolavoro: gli autori si distraggono e si mettono in ascolto dei personaggi, lasciando un po' di spazio ai lettori. In questi casi, gli autori lasciano degli spiragli che ci permettono di guardare con più intensità nel laboratorio dello scrittore e di capire più in profondità i meccanismo del racconto – spiega Alessandro Zaccuri, che nel suo libro "Come non letto. 10 classici + 1 che possono ancora cambiare il mondo" prende in esame una serie di capolavori della letteratura che permettono al lettore di avere uno sguardo diverso sulla realtà.



31 ottobre 2017

NOVITÀ IN LIBRERIA - ANDREA CAMILLERI



Esercizi di memoria
Andrea Camilleri
Rizzoli, 2017





Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre. Questo è Camilleri. Poi a novant'anni arriva il buio. E così come non era terrorizzato dalla pagina bianca, combatte anche l'oscurità della cecità e inizia a dettare. La sua produzione letteraria trova nell'oralità una nuova via per raccontare le sue storie. Ma se forte era la sua disciplina prima, lo è ancora di più oggi che può contare esclusivamente
sulla sua memoria. E quindi occorre tenerla in esercizio: osservare nei dettagli i ricordi, rappresentarsi nella mente le scene. Quelli qui pubblicati, come dice lui, sono i compiti per l'estate: 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la sua vita unica e, sullo sfondo, quella del nostro Paese. La memoria qui non è mai appesantita né dalla malinconia né dal rimpianto. Per questo Camilleri ha chiesto a chi parla attraverso i colori, le forme e i volumi di rendere il suo esercizio più godibile, più leggero, più spettacolare. L'ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un'acrobata che vola da un trapezio all'altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l'impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazia, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo.




30 ottobre 2017

NELLE LIBRERIE LA FIABA "IL VECCHIO ULIVO E L'UCCELLO DEL PARADISO"



Roma, 23 ottobre 2017 – È in tutte le librerie ‘Il Vecchio Ulivo e l’Uccello del Paradiso’, di Lucia Miccichè, una favola pensata per bambini e adulti, illustrata dagli acquerelli di Nicolò Speciale.
Non tutto è visibile agli occhi del mondo. A volte, ‘il Segreto’ è osservare ad occhi chiusi. Ascoltare la melodia dei sogni e risvegliare la purezza taciuta nel cuore di ognuno di noi.
A questo esorta la favola ambientata in un antico villaggio medievale, Terra di Pietra, in Sicilia.
Il luogo è dimora di una creatura incantata, che dovrà compiere un’ardua missione: quella di raggiungere un tesoro antichissimo. Il dono in questione è una ricchezza preziosa, la più grande al mondo: gli uomini la chiamano ‘Amore’. Tuttavia, una volta raggiunto l’invisibile tesoro saprà rivelarsi soltanto ad un cuore puro.
Protagonisti della favola sono il ‘Vecchio Ulivo’ e l’ ‘Uccello del Paradiso’, due figure paradossalmente opposte, inserite al centro di un simbolismo che ha le sue radici dentro la terra e allo stesso tempo spinge a volare.
La figura dell’albero è il legame che congiunge cielo e terra, un essere che vive fra spazio e tempo.
Il Vecchio Ulivo, con le sue radici scavate dentro la terra è, invece, espressione di antichità e saggezza. Se Il Vecchio Ulivo è un’icona stabile, sedimentata nelle sue radici, l’Uccello del Paradiso, invece, può compiere la missione da esso affidatagli, quella di volare alla ricerca dell’Amore.
Il Vecchio Ulivo e l’Uccello del Paradiso è una favola che educa alla bellezza e che sprona ad ascoltare il richiamo della Natura.

Il libro di Lucia Miccichè nasce per donare attimi di felicità ai bambini e al fanciullo che è nascosto dentro ciascun individuo. L’autrice dedica, quindi, la sua missione non solo ai bambini ma anche agli adulti, affinché recuperino la parte più genuina di se stessi.
Musica e letteratura sono sue immense passioni e fonti d’ispirazione, per perseguire la carriera di scrittrice e per mutare l’armonia delle note in prosa.

Prima di arrivare alla composizione della favola Il Vecchio Ulivo e l’Uccello del Paradiso, Lucia Miccichè ottiene importanti riconoscimenti: è finalista nel Concorso Letterario Internazionale d’arte e cultura Giuseppe Gioachino Belli Roma e vince il Concorso Letterario Internazionale “Emozioni in bianco e nero”, bandito dalla Casa Editrice “Edizioni del Poggio” in Poggio Imperiale (FG).


la provenienza: Comunicati Stampa








18 ottobre 2017

Pietraperzia nella letteratura




Renato Guttuso
 Occupazione delle terre incolte in Sicilia
A proposito diri ferimenti a Pietraperzia, contenuti in opere letterarie, è capitato di
discuterne tra me e Paolo Zappulla qualche mese fa parlando (proprio nei locali della biblioteca) del romanzo di Pirandello” I vecchi e i giovani”. Dalla mia lettura del romanzo avvenuta negli anni del liceo (che per me significa tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso: detta così mi fa impressione) non avevo conservato il ricordo della citazione di Pietraperzia a proposito della ricostruzione dei moti dei fasci siciliani, della loro repressione e della dichiarazione dello stato d’assedio in Sicilia. Di quella drammatica pagina di storia che ha riguardato anche il nostro comune (culminato nel capodanno 1894 con un eccidio che contò otto morti e 15 feriti tra la popolazione) avevo letto e mi ero documentato in altre opere storiografiche, ma quel riferimento nell’opera di Pirandello proprio non la ricordavo più.
Ciò mi ha motivato a rileggere il romanzo e non me ne sono pentito. La rilettura ( a distanza di tempo) non è solo ripercorrere emozioni già vissute ma scoprirne di nuove; emozioni che cambiano e si arricchiscono con il tempo e l’esperienza della vita; come sono appassionato delle letture sono un convinto sostenitore delle riletture. Per tornare alla questione dei fasci siciliani e delle vicende di Pietraperzia, varrebbe certamente la pena fare una ricognizione dei materiali storici disponibili e tornare a parlane per approfondire una pagina di storia delle nostre comunità che, per come si sviluppò, non è stata storia locale, ma storia nazionale.

Salvatore Di Gregorio


16 ottobre 2017

DAL TRENTINO CON AMORE



È capitato un giorno, in biblioteca con gli amici che sono soliti ritrovarvisi, si faceva una specie d’inventario dei romanzi ambientati a Pietraperzia, per la verità quasi sempre solo citata. Mi ha incuriosito un piccolo libro, che ho letto, di una autrice che vive nel Trentino, lembo d’Italia tanto lontano e non solo geograficamente, innamorata della Sicilia e di Pietraperzia dove ormai ha degli amici. L’autrice è Giliola Galvagni è Il libro s’intitola “Il mio cuore batte a Sud”.
Vi propongo la lettura del brano all'inizio del capitolo su Pietraperzia.




Pietratraperciata
Giliola Galvagni



Lascio L’autostrada e giro per Caltanissetta.
Sono nel cuore della Sicilia. La strada è quella che mi porta a Pietraperzia. Di colpo silenzio. E mi accorgo che non è dato dall’assenza di rumori ma dal paesaggio che ho intorno. Il mio sguardo si dilata fino a venir catturato dai colori caldi della terra bruciata. I mesi estivi hanno seccato la terra fino a spaccarla ed ora, a ottobre il caldo continua.
Le colline di terra arsa dal sole attendono uno scroscio d’acqua per poter ritornare alla vita. Non ci sono alberi ma solo radi arbusti secchi. Il giallo si confonde nel marrone e nell'ocra. Immagino questi luoghi in primavera, coperti di nuova erba e di fiori di ogni colore: un tappeto verde che darà cibo agli animali. Intanto il paesaggio si fa selvaggio, quasi inospitale, affascinante, unico.

La terra di Sicilia è terra di conquista, ma non solo. È una terra benedetta che fa maturare il grano e l’arancia, fa pascolare le vacche e coltivare la vite.
Improvvisamente ecco il paese di Pietraperzia: è spalmato sui fianchi di una collina. Le casa sono della stesso colore della terra. Le facciate delle case riflettono il giallo caldo delle pietre fino a confondere l’abitato col territorio intorno.
Pietra preziosa: sassi che sono stati usati per edificare un borgo che segue le asperità del terreno. Un saliscendi di strade e vicoli che lo rendono movimentato. Pietra arenaria color miele, sassi squadrati che hanno composto, uno sull’altro, le case di questo paese che all’imbrunire diventa un presepe.
L’architettura è essenziale, pulita, le linee sono rette, quasi a sottolineare la sobrietà o in tempi lontani, la povertà della gente
È un’atmosfera insolita, pigra, rallentata.
Voglio capire questa gente, voglio entrare nel loro sentire e mi accorgo che ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio ha un suo codice di comprensione. Bisogna amare questa gente per capire davvero il cuore di queste Isole. Già perché non c’è una sola isola ma tante. Isole che si incastrano, a volte perfettamente, altre con fatica e dolore.
Sono questi gl aspetti che mi hanno tenuta legata a questa terra: la dolcezza e l’asperità che convivono dando il meglio anche nelle contraddizioni.
Questi calori caldi, arsi da un sole implacabile, questa lingua che mi entra nel cuore come una musica. Eppure la comprendo, ne capisco le sfumature, ne seguo agilmente i toni e le pause, l’intensità.
La cantilena delle canzoni appassionate che struggono nel ricordo di qualcosa di perso e mai più ritrovato. Qualcosa che non potrà essere mai dimenticato.

Il libro è disponibile, potete ritirarlo in biblioteca.