12 aprile 2018

Invito alla lettura: La convocazione



Ray Atlee docente di legge all'università della Virginia riceve, insieme al fratello, una lettera dal padre il giudice Reuben V. Atlee malato terminale, che vive in una villa malandata di Mapler Run nel Mississippi.
Nella lettera il giudice richiedeva la presenza dei due figli, Forrest ritenuto la pecora nera della famiglia e Ray, per discutere l'amministrazione dei beni di famiglia. In realtà il giudice possedeva solo la villa che per il suo decadimento valeva poco e sul conto in banca 6000 dollari.
Ray arriva per primo all'appuntamento e trova il padre morto con accanto una scorta di morfina e ben in vista un foglio con scritte le ultime volontà.

Nell'attesa dell'arrivo del fratello si mette a rovistare tra i documenti e negli armadi. Con grande stupore trova una pila di scatole piene di banconote: tre milioni e mezzo di dollari. La morte del padre e lo shock per il ritrovamento del denaro lo scuotono profondamente. La prima sua preoccupazione è quella di nascondere il denaro e tenere il segreto per preservare il fratello, un tossicomane, avrebbe speso tutto per acquistare droga.
Ray è perplesso, si pone una serie di domande sulla provenienza del denaro. Il dubbio che il giudice possa essere stato un corrotto lo tormenta, ma Ruben Atlee è stato nella sua vita un uomo onesto, duro con gli altri, duro con i figli, duro con se stesso ma integerrimo. Un uomo anche generoso disponibile ad aiutare i più deboli. Decide di indagare, di capire la provenienza di tutti quei soldi, di sapere se sono banconote false. Qualcun altro però è a conoscenza del malloppo trovato nelle scatole dentro l’armadio, qualcuno inizia a perseguitarlo, cerca d’incutergli paura. I giorni successivi vive come una preda braccata, capendo che quei soldi potrebbero ucciderlo, si troverà ad affrontare e subire una vita d’intrighi che lo porteranno a scoprire la provenienza del denaro e chi lo terrorizza, naturalmente il racconto si conclude con l’immancabile “colpo di scena” finale.
Una storia familiare, le vicissitudini di due fratelli, uno professore l’altro un balordo tossicomane e un padre non amato che li “convoca” per le sue ultime volontà. Certo non un romanzo irresistibile ma sicuramente, come tutti i thriller” di Grisham, una lettura piacevole, un racconto pieno di suspense che tiene inchiodati alla lettura per sapere come si conclude. Un libro che consiglio di leggere anche per le atmosfere che Grisham riesce a creare.

Lina Viola


Il libro è disponibile in biblioteca.





09 aprile 2018

Trovatelli e Ruota di Pietraperzia: "Rotare" di Pietraperzia - 3^ Parte



Gioacchino Toma – La guardia alla ruota dei trovatelli

Ruota dei trovatelli e "Rotare" di Pietraperzia


La "ruota" rimane l'istituzione più conosciuta per accogliere trovatelli. Ogni paese della Sicilia, dopo il Decreto del 30 aprile 1810 si dotò della struttura con la sua "pia ricevitrice" o “Rotara”, così chiamata la donna deputata a accogliere i proietti.
La "pia ricevitrice" poteva essere scelta tra religiose predisposte all’accoglienza con spiccata tendenza a svolgere il ruolo materno difficile ed impegnativo nei primi giorni di vita di una creatura abbandonata. A Pietraperzia si preferì affidare tale oneroso incarico a donne, già mamme, molto esperte ed affidabili. La donna che avrebbe dovuto ricoprire l’incarico era passata al vaglio di una commissione comunale formata da laici, religiosi e noti studiosi.

“Niuna donna sarà ammessa a quest'ufficio, se non avrà contestato di esser morto il suo figlio, o di averlo slattato, per prevenir le frodi che si van commettendo da talune non buone madri, le quali espongono fittiziamente i propri figli, ond'esserne incaricate della nutrizione con una mercede”

La Rotara o pia ricevitrice, a pieno titolo dipendente comunale, per contratto doveva dormire accanto al vano della ruota, per udire tempestivamente il vagito del bimbo che doveva accogliere per offrirgli le prime cure. All’occorrenza chiamava la balia, che teneva a disposizione, e lo faceva allattare. Appena possibile si recava in chiesa per il battesimo e autonomamente dava un nome e un cognome al bimbo.

A Pietraperzia il 22 maggio 1815, per la prima volta, si riscontra il nome della Rotara in occasione del battesimo somministrato al trovatello Calogero Vincenzo. A quella data Lorenza Puzzo aveva già compiuto 58 anni. Il sacramento fu celebrato da Don Vincenzo Toscano, Cappellano Sacramentale della Ven. Chiesa Madre. In quella circostanza, in assenza di altre persone, la stessa s’era prestata a fare da Madrina al piccolo.
Lorenza si era unita in matrimonio a Epifanio Puzzo il 15 Febbraio 1774, abitante in via Caterva n. 62, numero civico oggi non più verificabile per la nuova vigente toponomastica.
Era nata il 9 Agosto 1756 da Andrea e Filippa Bevilacqua con i nomi Francesca Paola Lorenza e concluse la sua vita terrena a 71 anni il 21 Aprile 1828 dopo avere dato alla luce e cresciuto otto figli tra cui Filippa che avrebbe “ereditato” lo stesso incarico della madre.
Il nome di Lorenza Puzzo si riscontrerà tante altre volte, fino al 20 settembre 1827 quando apparve per l’ultima volta per denunziare all’ufficio anagrafe il ritrovamento dell’ennesimo orfanello.

Filippa Arcadipane, figlia di Lorenza ed Epifanio Puzzo, nata il primo Aprile del 1785, il dieci Febbraio 1808 sposò Liborio Arcadipane ed il 15 agosto del 1828 venne selezionata a succedere alla madre. A quella data aveva già compiuto 43 anni ed era mamma di 3 figli di cui la più piccola aveva 5 anni.

Maria Cancemi, nacque l’11 Ottobre 1818 da Giuseppe e Giordano Maria, genitori nisseni, si riscontra la prima volta nel registro dei battezzati del 15 Marzo 1865. Di seguito a riscontro si riporta il particolare:
“15 Marzo 1865 io Sacerdote Pietro Nicoletti, Cappellano Sacramentale, ho battezzato un bambino, trovato oggi nella ruota di questo ospedale, a cui è stato imposto nome Giuseppe Jummo. Madrina fu Maria Cancemi, la stessa Rotaria”.

Antonnina Comunale, figlia di Gaetano e Giuseppa Madonia, nacque il 3 Dicembre del 1817, seconda di quattro figli, morì a 85 anni. il 9 Dicembre del 1902, dopo vere lavorato ininterrottamente alle dipendenze del comune fino alla vigilia della sua dipartita. Ebbe 3 figli tra cui Rosaria.

Rosaria Comunale, nacque il primo Luglio del 1844 da Antonina Comunale e da padre ignoto, sposò il 3 Novembre 1876 Filippo Russano ed ebbe due figli Giovanna e Filippo. Morì il 19 marzo 1925.

Giovanna Russano nacque il 22 Ottobre 1877, alla morte della mamma aveva già compito 48 anni e ritenuta idonea venne subito assunta dal comune con la qualifica di Rotara, restò in servizio fino alla soppressione dell’istituzione.

La ruota fu abolita nel 1923 e sostituita con il regolamento generale per il servizio di assistenza agli esposti del primo Governo Mussolini.
A Pietraperzia la Ruota, ubicata in Discesa Carmine, accanto all’ex ospedale Rosina Di Natale, continuò a funzionare anche dopo il 1931.

Giovanni Culmone




Continua...

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05 aprile 2018

Invito alla lettura: LA SIGNORA DELL’ISOLA




Il romanzo LA SIGNORA DELL’ISOLA di Madge Swindells si svolge in Corsica. Sybilia una ragazza di 16 anni viene promessa in sposa a Michel, conosciuto soltanto poche ore prima della cerimonia nuziale. Michel è un buon partito è figlio di Xavier Rocca proprietario terriero, capo del suo villaggio, Taita, e dirigente del locale Fronte Nazionale Corso.
Il matrimonio di Sybilia e Michel non viene consumato. Michel è un giovane sensibile, bello e omosessuale. Il contatto fisico con una donna lo fa rabbrividire e negli anni trenta l’omosessualità, molto più di ora, ledeva l’onore, non solo il suo, ma soprattutto quello di suo padre. Dopo qualche tempo Sybilia riesce a sedurre il marito e avere un rapporto intimo, Syblia rimane incinta e darà alla luce un bambino.
Michel presto si innamorerà di Angelo e abbandonerà la moglie e il figlioletto.



Un pomeriggio di trent’anni dopo in un caldo agosto del 1960 Sybilia uccide a colpi di fucile il suocero. Ciò appare come una vendetta, ma in realtà è la conseguenza di un segreto che tanti in paese conoscono, ma la loro ancestrale, tacita legge impone il silenzio. La donna è in grave pericolo rischia di essere linciata dalla sua gente. Nessuno tranne Jacklyn Walters, un antropologo americano che si trova a Taita, aiuterà Sybilia a mettersi in salvo e l’aiuterà anche nella ricerca della verità. Per sapere il motivo dell'omicidio di Xavier si dovrà tornare indietro nel tempo e risalire agli anni tragici dell’occupazione nazista, agli inizi della seconda guerra mondiale.
La Corsica viene occupata dai tedeschi, Sybilia, che conosce le lingue, viene reclutata dai servizi segreti inglesi con il compito di fingersi una cameriera in un albergo di Bastia dove ha sede il comando tedesco. Deve raccogliere informazioni da trasmettere agli alleati. Il capitano Robin Moore, un agente americano paracadutato in Corsica per organizzare i vari gruppi della Resistenza, entrerà nella vita di Sybilia e dalla loro storia d'amore nascerà una bimba.
Dopo la liberazione della Corsica il capitano Robin Moore riceve l’ordine di recarsi in Inghilterra per ricevere altre istruzioni, ma dopo la partenza di Robin Moore di lui non si saprà più nulla. Sarà in quell’agosto del '60 che Sybilia conoscerà la verità che l'ha portata a compiere l’omicidio del suocero. In tutti quegli anni, nell’attesa di Robin, Sybilia ha dovuto sopportare umiliazioni e disprezzo. Per avere avuto una relazione con uno straniero era stata emarginata, la gente  la chiamava: ‘’la puttana’’.
Nel romanzo l'autrice descrive accuratamente i sentimenti di ogni personaggio. Gli odi, le passioni, la nobile personalità di Sybilia; una donna colta, elegante nella figura, una donna forte, dalla quale traspare in tutto il romanzo il suo destino di donna infelice.
Leggendo LA SIGNORA DELL’ISOLA ho provato la sensazione di vivere come dentro quei luoghi selvaggi. La Corsica con le sue impervie e grandiose montagne, i suoi boschi di querce, la macchia mediterranea di mirti, i ginepri, le lavande profumate, evoca luoghi nei quali si vorrebbe vivere.
La storia del romanzo intriga sin dalla prima pagina e coinvolge il lettore fino all’ultima.

Lina Viola

Questo libro che mi ha veramente appassionato lo donerò questa estate alla biblioteca comunale. Un romanzo che v’invito a leggere.