17 novembre 2017

LE SPERANZE AVVOLTE IN FASCE - 2^ Parte




Nicolò Speciale


II)         Ipotesi sull’origine delle fasce (I parte)

La domanda che spesso ci sentiamo rivolgere da chi viene da fuori per assistere al rito è la seguente: “Che cosa rappresentano le fasce e qual è la loro funzione?” Ed inoltre: “Perché vengono legate ai piedi del Crocifisso?”
La risposta più naturale che viene data è che inizialmente le fasce furono realizzate con la funzione di equilibrio del fercolo, mentre alla seconda domanda di norma rispondiamo che rappresentano un voto, cioè una promessa di fede di un singolo fedele.
In realtà uno studio più attento sull’origine delle fasce ci porta a ritenere che la funzione di equilibrio del fercolo potrebbe essere solo una conseguenza dell’uso stesso di queste strisce di lino e non era probabilmente lo scopo principale della loro realizzazione. 
Infatti la funzione di equilibrio non poteva essere svolta dalle poche fasce rappresentate nella stampa del 1861!
Trattandosi di una processione religiosa dobbiamo innanzi tutto provare a capire se ci siano state delle specifiche motivazioni di carattere religioso che abbiamo indotto i fedeli di Pietraperzia o la  Confraternita a concepire un cerimonia così originale.
La fonte primaria di conoscenza per ogni credente è il Vangelo. E’ dalla lettura dei Vangeli che forse si può trovare qualche spunto per ricercare l’origine della nostra tradizione.
L'uso di fasce e di bende, infatti, potrebbe essere un preciso richiamo a quanto riportato dagli Evangelisti, soprattutto Luca e Giovanni.
Giotto - Natività, particolare
Scrive l’Evangelista Luca: “Mentre si trovavano in quel luogo,[a Betlemme] si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’alloggio” (Lc. 2, 6-7).
Lo avvolse in fasce”: un gesto tanto abituale, ma dal significato profondo.
Il Figlio di Dio, divenuto figlio di Maria, assume la condizione umana, cioè quella comune a noi tutti. Una condizione destinata a concludersi con la morte.
Come Figlio dell'uomo, è ricoperto di pannolini, come ogni bambino: fragile, inerme. “Il Signore di gloria è avvolto in fasce”, canta la liturgia bizantina.
La tradizione della Chiesa, inoltre, e con frequenza ancor più intensa, ha posto in risalto il parallelismo che vi è tra Lc 2,7 e Lc 23,53. Da un lato, “...[Maria] diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia..." (Lc 2,7). Dall'altro, “[Giuseppe di Arimatea] Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro...” (Lc 23,53). L'Evangelista Giovanni, testimonia quanto avvenuto al momento dell'arrivo degli apostoli al sepolcro dopo la risurrezione: “Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
James Tissot - Deposizione
Giunse intanto anche Simon
Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.” (Gv. 20, 5).
Di qui il raccordo insistente, nel pensiero cristiano, tra le “fasce” di Maria e le “bende funerarie” di Giuseppe di Arimatea; tra la “mangiatoia” e il ”sepolcro”.
È tradizione che anche in altri comuni, durante la processione del venerdì santo, delle bende bianche o delle fasce sono collocate sulle braccia della croce come avviene ad esempio a Piazza Armerina, a richiamare alla memoria dei fedeli i teli ritrovati nel sepolcro.
Non sappiamo se al momento di legare la prima fascia ai piedi del nostro Crocifisso i fedeli di Pietraperzia abbiano voluto esprimere un preciso richiamo alla narrazione evangelica, ma l’uso di avvolgere in fasce i bambini, riportato dai Vangeli, richiama alla memoria la tradizione di avvolgere in fasce per i primi 40 giorni, anche i bambini nati nella nostra comunità.

Giuseppe Maddalena



Continua nella III parte con Ipotesi sull’origine delle fasce


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