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15 marzo 2018

Invito alla lettura: Storie fantastiche di gente comune



Buongiorno amici miei, oggi parliamo di un romanzo pieno di spunti su cui riflettere, un romanzo che ti tiene incollata alle sue pagine per ore e che a volte è capace di commuovere e a volte ironico per le storie dal sapore agrodolce.
Il titolo del libro in questione è: "Storie fantastiche di gente comune", dell'autore esordiente Stefano Valente.

L'opera narrativa si snoda in tre racconti: nel primo incontriamo Paolo, un ragazzo che decide di seguire il proprio cuore, i propri valori ed il proprio coraggio e si arruola nell’aeronautica militare, andando contro la volontà dei suoi genitori che lo volevano chirurgo. Paolo non si perde d'animo, continua a inseguire i suoi sogni e la sua strada non smettendo mai di credere nei suoi ideali, anche quando per amore sarà costretto ad abbandonare l'uniforme.

Nel secondo racconto la protagonista è Chiara, una ragazza intelligente e colta, laureata in chimica farmaceutica con il massimo dei voti e con una sfrenata passione per la chimica; passione che condivide con il fratello Alessandro, ricercatore per una grande ditta farmaceutica produttrice di "Athena", un farmaco in grado di curare il Parkinson e altre malattie neuro-degenerative. Ma all'improvviso la nostra protagonista, si troverà a dover affrontare una realtà raccapricciante che rischia di portare alla morte migliaia di pazienti, e che la metterà di fronte a scelte difficili, soprattutto quando c'è in ballo l'amore per chi ha il tuo stesso sangue.


Il terzo racconto ci porta a conoscere Matteo, un giovane brillante avvocato penalista, che a seguito dell'ennesima causa vinta, scopre di aver fatto assolvere il vero colpevole.
La sua sete di giustizia, la passione e l'amore che mette nel suo lavoro, lo porteranno alla giusta soluzione, in una strada piastrellata da falsi eroi e pericolosi colpi di scena.

Il messaggio che l'autore vuole trasmettere con questi tre racconti, che appunto narrano di gente comune, è che ognuno di noi è l'eroe di se stesso, nulla di straordinario, nella realtà di oggi un eroe è qualcuno che non ha paura di mettersi in gioco, di emergere, anche se a volte tutto ciò ci porta a pagare un prezzo troppo caro per una solida integrità morale assecondata dai propri valori e dal coraggio delle proprie scelte.

La tecnica narrativa usata è particolare, in quanto ogni racconto è affidato ad una voce
narrante.
Lo stile è fluido e ricco di particolari che si incentrano nella vicenda.
Un piccolo capolavoro letterario. Ringrazio con tutto il cuore Stefano Valenti che per l'appunto mi ha dato la possibilità di leggere come dire, questo piccolo manuale di sopravvivenza morale.

Marika Mendolia




12 marzo 2018

Invito alla lettura: L’ultimo giurato




È un romanzo di John Grisham ambientato nel Mississippi, il cosiddetto profondo sud che Grisham conosce bene per esservi nato.
A Clanton, piccola cittadina immaginaria, dove ha ambientato molti suoi romanzi c‘è una grande piazza che fa da palcoscenico ai suoi personaggi e che spesso ritroviamo in diversi romanzi.
Questa volta John Grisham ci presenta un giovane giornalista proveniente dalla vicina Memphis, Willie Traynor, che negli anni 70 acquista, per poche migliaia di dollari, un giornale fallito e ne diventa direttore, caporedattore, editorialista, corrispondente di cronache locali, giornalista sportivo e chissà con quante altre mansioni.
Era interesse dunque di Traynor scrivere tutto quanto trovava giusto e che i suoi lettori fossero informati su quanto succedeva a Clanton perché il giornale tornasse ad avere una buona tiratura.
Spesso la sua passione giornalistica lo spinge a intraprendere difficili battaglie per i diritti civili della gente di colore. Denuncia la corruzione nelle istituzioni, lotta per la integrazione scolastica dei bambini e con i suoi pezzi forti sui fatti di cronaca giudiziaria è sempre per la difesa dei deboli e contro le ingiustizie.
Rhoda Kassellaw una bella vedova, viene stuprata e accoltellata, nella sua casa, davanti ai suoi due figli da un delinquente, Danny Padgitt; appartenente a una ricca famiglia di malavitosi.




Prima di morire Rhoda riesce a trascinarsi presso la casa dei vicini, dove anche i suoi bambini, terrorizzati, si erano già rifugiati, riuscendo a rivelare il nome del suo aggressore.
Danny Padgitt viene arrestato, processato e condannato all'ergastolo. Durante il processo, prima della condanna, minaccia di morte in modo plateale tutti i membri della giuria.
Della giuria faceva parte Callie una nera colta, molto religiosa, che Traynor ha conosciuto a Clanton e con la quale ha instaurato una amicizia filiale. Traynor diventa quasi un membro della sua numerosa famiglia; Callie è madre di otto figli e tutti laureati. Una condizione insolita all’epoca per una famiglia di colore.
Callie è un personaggio singolare nel racconto di Grisham.
È cresciuta nella casa di una ricca famiglia italiana stabilitasi a Clanton anni prima e Callie era l’unica donna di colore e forse l’unica persona che parlasse correttamente in italiano in tutta la contea. Mi è piaciuto questo personaggio per come Grisham ha voluto caratterizzarlo. È un personaggio sorprendente, una donna per cultura lontana che ama la lingua italiana e l’Italia e che sogna di poterla visitare.
Dopo solo nove anni Danny Padgitt viene rilasciato in libertà vigilata e il giornalista Traynor scopre che nel Mississippi la condanna a vita può significare fare 10 anni di prigione e anche meno.
Subito iniziano ad essere uccisi due dei giurati è un terzo subisce un attentato con una bomba ad orologeria... Il colpo di scena finale lo lascio alla vostra lettura.
Il racconto mi è piaciuto, lo definisco un legal thriller atipico. Mi sono ritrovata immersa nella vita tranquilla di una cittadina di un altro Sud dove s’intrecciano molti temi, i valori della famiglia, dell’amicizia, della fede. Un romanzo coinvolgente che consiglio di leggere, senza voler trovare in questo libro di Grisham il solito giallo.

Il libro è disponibile in biblioteca, se amate certe atmosfere non vi deluderà.


Lina Viola




03 marzo 2018

Invito alla lettura: La collezionista di libri proibiti



Buongiorno. Oggi vi propongo un bel romanzo dell'autrice, docente e sceneggiatrice, Cinzia Giorgio, il romanzo in questione è: "La collezionista di libri proibiti".

Venezia, estate 1975. Olimpia, nata in una ricca famiglia veneziana, è una ragazza con uno spirito libero e audace. Ha solo quindici anni quando conosce casualmente Anselmo Calvani, proprietario di una storica bottega d'antiquariato. È un incontro decisivo, Anselmo intuisce l'intelligenza e la sensibilità della ragazza, e la incoraggia a seguire la sua passione.

Giovanissima ma già appassionata lettrice, Olimpia comincia a frequentare il suo negozio, a lavorarci, Anselmo gli insegna a riconoscere il valore di antichi manoscritti e libri rari, diventando una vera specialista e aiutata da Anselmo inizia a collezionare preziosi libri messi all'indice dalla Chiesa.

Mentre cresce la sua passione per quei volumi antichi, cresce anche un altro tipo di passione, quella per Davide il nipote di Anselmo, una passione segreta e non dichiarata che brucia dentro l'animo della ragazza. Una notte, durante la lettura dei versi erotici di una cortigiana veneziana del ‘500, i due cedono al loro amore.
Parigi, estate 1999. Olimpia vive ormai da anni nella capitale francese, dove è diventata una grande collezionista di libri proibiti e responsabile di una famosa casa d’aste specializzata in libri e manoscritti antichi.
Olimpia riceve da Davide un pacchetto che contiene delle lettere un tempo censurate, insieme ad un libro in passato proibito, di cui Olimpia riconosce il grande valore. Sono l'eredità di Anselmo. Quindi il suo interrogativo è quello di capire, come un modesto antiquario poteva esserne in possesso e che legame esistesse tra quelle lettere e la bottega da cui provengono.

La storia che l'autrice ci racconta in pagine colme d'amore, sentimenti e passioni ha come protagonista, prima una ragazza e poi una donna in cui immedesimarsi è inevitabile.

Inoltre è una storia piena di suspense, che ti tiene incollata alle pagine e ti trasporta in un mondo che ha l'odore della carta e la magia delle parole.

Lo stile usato è molto fluido, scorrevole e che non annoia, ma incuriosisce e alimenta il fascino di personaggi molto intriganti che si muovono in un contesto pieno di segreti e di misteri da risolvere.

La trama è molto ben costruita e con un finale inaspettato ma allo stesso tempo una lettura leggera, di intrattenimento, indicata per chi ama i libri, per chi ama passare molte ore in biblioteca.

Quindi senza nessun dubbio vi consiglio di leggerlo al più presto.

Marika Mendolia




24 febbraio 2018

Invito alla lettura: Cime tempestose


Buongiorno cari amici, ed oggi eccoci qui con un classico intramontabile dell'autrice inglese Emily Brontë: "Cime tempestose".Ambientato nella brughiera inglese di inizio Ottocento, Cime tempestose è la storia di Heathcliff, un giovane rimasto orfano che viene preso in custodia da Mr. Earnashaw, ricco gentiluomo proprietario di Cime tempestose, un antico maniero immerso nelle campagne inglesi.

Tra Heathcliff e Catherine, figlia di Earnshaw, si innesta fin da subito un tenero rapporto, una relazione che inizia a mostrare segni di cedimento per via delle profonde differenze sociali tra i due.

Catherine decide quindi di sposarsi con l'altolocato Edgar Linton; mentre Heathcliff, tornato ricco da un viaggio in Inghilterra, decide di vendicarsi sposando la sorella minore del suo rivale amoroso, la giovane Isabel.

Dopo aver dato alla luce la piccola Cathy ed aver confessato ad Heathcliff il proprio amore, Catherine muore e l'uomo, pervaso dal sentimento di vendetta, decide di impossessarsi di tutti i possedimenti della famiglia Earnshaw e della famiglia Linton. Vi riesce e poco dopo muore, seppellito accanto a Catherine, l'unica persona che abbia veramente amato.

In Cime tempestose c'è tutto: l'epica, la tragedia, la spietata analisi dell'animo umano; condotta con un approccio che oserei definire psicoanalitico, oltre un cinquantennio prima che la psicanalisi fosse inventata; la sottile ma implacabile critica alla costruzione sociale, l'ironia e molto altro ancora.

L'autrice con una “finesse” letteraria meravigliosa, si serve di una struttura narrativa perfettamente simmetrica per raccontarci la rottura tragica di una simmetria sociale ed etica, simmetria che sembra ricomporsi nel finale.

Il tema centrale dell'opera è indubbiamente l'amore, in particolar modo quello nei confronti di Catherine da parte di Linton e di Heathcliff.
Amore, anche in questo caso, vissuto in due modi contrapposti, in un binomio irrisolvibile. Da un lato troviamo l'amore, più razionale ma non meno sentito e forte di Linton. Il suo è tuttavia, un amore che non si aspetta dimostrazioni, che viene vissuto con pazienza e tolleranza nei confronti dell'amata. Un amore gentile manifestato in maniera delicata, elegante premuroso; un amore profondo, mai violento.

Al contrario l'amore di Heathcliff, è un amore aggressivo, appassionato; un amore che può essere scambiato per desiderio di possesso nei confronti della donna amata. Il suo è un sentimento che non ammette rifiuti, che odia l'intromissione di terzi. Heathcliff è un uomo rude, crudele, avaro, distante. Catherine è l'unica persona in grado di spogliare Heathcliff dalla sua corazza, di mostrarlo al mondo in tutta la sua debolezza, fragilità e di legarlo a sé per l'eternità.

La Brontë insiste su questo binomio, su questa duplice personalità presente in Heathcliff, sottolineando la crudeltà di quest'uomo che si lascia conquistare dalla sete di vendetta e dall'odio nei confronti dei suoi nemici, arrivando a commettere azioni riprovevoli e spregiudicate. Dall'altro lato invece troviamo un Heathcliff premuroso, estremamente sensibile e romantico nei confronti di Catherine.

Cime tempestose è un romanzo in cui il reale protagonista è l'amore, di cui la Brontë ci fornisce molte sfaccettature. L'amore infantile di Isabella, la sorella di Linton, nei confronti di Heathcliff; è un amore ingenuo che si lascia conquistare dalla rudezza di quell'uomo e spera in un risvolto fiabesco, ossia in un Heathcliff capace di lasciarsi andare e di amare. L'amore quasi materno, maturo e responsabile di Ellen nei confronti di Cathy; l'amore premuroso, attento e delicato di Cathy nei confronti di Hareton.

È evidente che questo romanzo sia in realtà un piccolo tesoro pieno di perle, che ogni lettore deve essere capace di cogliere e di gustare.

È un classico e come tale penso debba essere letto, per arricchire con un tassello in più quel grande mosaico che va a comporre la cultura letteraria di ognuno.

Marika Mendolia


Il libro è disponibile, potete ritirarlo in biblioteca:






16 febbraio 2018

Invito alla lettura: La cattedrale del mare



Oggi vorrei presentarvi un romanzo molto famoso, scritto dall'autore e avvocato spagnolo Ildefonso Falcones, intitolato: "La cattedrale del mare".
Ci troviamo nel quattordicesimo secolo nella Catalogna, in particolare a Barcellona.
In pieno feudalesimo si snodano le incredibili vicende di Arnau Estanyol, umile ragazzo figlio del servo della gleba Bernat, fuggito dalle angherie e dalle oppressioni del suo antico signore di Bellera, al fine di conquistare la libertà.
Arnau cresce a Barcellona guidato dai saggi insegnamenti del padre e in compagnia di Joan, vivace bambino insieme al quale scopre la Cattedrale della Madonna del Mare, all' epoca già in costruzione, e fa la conoscenza della confraternita dei bastaiox.
Arnau non si distaccherà mai effettivamente dalla sua Madonna, né dai bastaiox.
Il legame è così forte che le tappe della vita di Arnau sono continuamente paragonate e scandite dalle fasi di costruzione della cattedrale. Arnau vive tante avventure che lo portano ad intraprendere diversi mestieri, a cambiare la sua condizione sociale e a legarsi a molti personaggi cruciali.
Questo romanzo dallo stile ricco e lineare, mi ha sorpreso piacevolmente per l'intreccio imprevedibile, cioè i personaggi si lasciano e si ritrovano per uno strano scherzo del destino.
Inoltre vengono coinvolte nel romanzo, molte tematiche storiche, tra cui: le angherie subite dai contadini da parte dei feudatari, le guerre intraprese dai sovrani per affermarsi sui traffici marini, la propensione al commercio della città di Barcellona, le adunate della Host (esercito cittadino), in caso di recata offesa alla città; la tremenda epidemia di peste che decimò la popolazione, le persecuzioni dell'inquisizione. 
Il personaggio di Arnau è caratterizzato da una completa assenza di pregiudizi, inoltre fautore dell' uguaglianza e della libertà. Amico di ebrei e musulmani, contrario alla schiavitù.
Mi azzardo a dire che questo romanzo mi ha ricordato un po’ "I Pilastri della terra" di Follett.
Comunque l'ho trovato un ottimo romanzo storico che unisce per bene realtà storica e finzione.
Vi troverete in un vortice di emozioni finali, posso solo assicurarvi che il vostro cuore esulterà.

Marika Mendolia

Il libro è disponibile, potete ritirarlo in biblioteca.





13 febbraio 2018

Invito alla lettura: Gli intrighi della politica e la razionalità della matematica




Quello che si riceve in regalo, si sa, non dovrebbe essere regalato ad altri; una regola, in realtà, tanto citata quanto disattesa. Di solito, tuttavia, i regali dei quali tentiamo di disfarci sono quelli che proprio non hanno colpito nel segno; difficilmente ricicliamo quelli che ci sono piaciuti e ci ha fatto piacere ricevere. Tutto questo giro per dire che il libro che intendo regalare alla biblioteca in questa occasione, è un regalo che ho ricevuto a mia volta. Ma ci tengo a dire anche che appartiene alla categoria dei regali graditi; anzi, in questo caso, doppiamente graditi perché mi è stato regalato da uno dei miei  figli e  perché si tratta di un libro che ho letto con piacere e curiosità e che ho trovato molto originale. Il titolo è “La Trappola del


gioco” e l’autore è Nicola Oddati. Il genere è il giallo
(genere sempre verde) e del giallo ha tutti i connotati canonici: l’omicidio (in questo caso una sequenza di omicidi); le indagini; la soluzione finale del mistero. 
Quello che subito appare piuttosto particolare è invece il contesto nel quale la storia prende corpo e decisamente originali sono i personaggi coinvolti nelle indagini e ancor più le metodologie che risultano decisive per risolvere gli enigmi.

  Siamo a Napoli, inizio degli anni 2000, in piena emergenza rifiuti. Le strade sono invase dall’immondizia, le discariche sono stracolme, nei depositi si accumulano le famigerate ecoballe in attesa di essere smaltite.
  
Ma l’emergenza rifiuti oltre ad ammorbare l’aria e attentare alla salute delle persone, profuma di affari e su di essa lucra e si muove una consorteria politico – affaristico - camorristica che alimenta un circuito che è perfetto fintanto che tutto si tiene ed allora sono guadagni e carriere politiche spianate; quando salta la catena sono invece morti ammazzati e carriere politiche che si infrangono tragicamente.

  La prima vittima a cadere su questa strada è un consigliere regionale che ha fatto le sue fortune politiche appunto nel settore della gestione dei rifiuti; il cadavere viene trovato (viene fatto trovare lì, perché appaia chiaro il messaggio) in un sito di stoccaggio di ecoballe.  E’ quello che si dice un morto eccellente; un personaggio chiave del sistema, un politico ambizioso che ha costruito la sua carriera con spregiudicatezza, anche a spese dei vecchi sodali di partito e macinando le loro carriere; uno che era uso a coltivare rapporti pericolosi e curare dossier in grado di compromettere tante persone: ce n’è quanto basta per agitare il sonno di molti.

 Ma non è che l’inizio. A questo segue un secondo morto ammazzato (una intraprendente donna d’affari introdotta nel mondo politico napoletano, con interessi nel campo dell’impiantistica ambientale) ed un terzo ( l’amministratore delegato di un colosso nazionale nella realizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti).  Morti tra di loro collegate e tutte quante interne al sistema.

  Da dove partono i colpi e perché? La miscela è davvero esplosiva: i contrasti e i risentimenti dei politici, gli interessi della camorra e delle imprese che lucrano sull’affare dei rifiuti? Tutto questo insieme o qualcos’altro ancora? E dove è saltata la catena? Perché il sistema che deve produrre utilità per chi è dentro, produce morti?  E quei morti sono il segno che il sistema si è destabilizzato o sono morti che devono prevenirne la destabilizzazione?

  Questo lo scenario che hanno davanti gli investigatori. Come si viene a capo del groviglio di interessi che muove la storia? Come valutare ruolo e comportamento degli attori che agiscono su tale scenario? Con il rigore delle scienze matematiche.

 È così che la chiave per venire a capo degli intrighi politico-affaristico-criminali che reggono la storia sarà fornita da Pietro Maiorana professore di matematica all’Università di Napoli (ma palermitano di origine) che è associato alle indagini come speciale consulente degli inquirenti.

  Quella di Pietro è una mente insieme razionale e visionaria che introdurrà nelle indagini le chiavi interpretative giuste per  inquadrare il comportamento dei singoli personaggi che popolano la scena venendo a capo del mistero. Di che si tratta? Dell’applicazione alle indagini di una metodologia interpretativa del comportamento delle persone derivata dalla teoria dei giochi.

  La teoria dei giochi è una scienza vera e propria che si avvale della matematica più complessa per analizzare e studiare il comportamento dei soggetti coinvolti in una competizione che può svolgersi in uno qualsiasi dei campi dell’interazione umana e valutare le strategie poste in essere da ciascuno per ottenere il massimo vantaggio per se stessi o ridurre uno svantaggio.

  Nel modello analizzato, ogni soggetto coinvolto ha un preciso obiettivo: deve decidere come meglio muoversi per volgere la situazione in proprio favore senza sapere cosa faranno gli altri (può solo ipotizzarlo) ma sapendo che anche gli avversari applicano il medesimo procedimento logico.

 Un contributo importante alla teoria dei giochi lo diede J. F. Nash (genio assoluto e premio Nobel nel 1994, la cui vita è raccontata in un film di qualche anno fa “A beautiful mind” con Russel Crowe: assolutamente da recuperare e vedere) che formulò appunto il teorema che porta il suo nome: in una situazione dove gli attori non cooperano, anzi sono in competizione tra di loro e non possono fidarsi l’uno dell’altro o accordarsi, la mossa vincente, per tutti e per ciascuno, è arrivare ad una condizione nella quale tutti i giocatori hanno un valido motivo per non cambiare la propria strategia, che si presume sia seguita anche dagli altri: tale condizione è detta appunto equilibrio di Nash.

  In una condizione siffatta, applicata all’indagine, per l’investigatore tendono a chiudersi gli spazi perché i protagonisti (non solo il colpevole o i colpevoli, ma anche tutti quelli che hanno da temere qualcosa dal disvelamento della vicenda) non si muovono più, minimizzando così il possibile danno per se stesso che può derivare dal progredire delle indagini; una condizione di stallo che pregiudica la possibilità di risolvere il caso.

  Per stanare i giocatori ed indurli ad una ulteriore mossa, bisogna introdurre elementi di squilibrio nel gioco: gli inquirenti devono modificare la tendenza all’inerzia del sistema tendendo una trappola ai giocatori per non rimanere intrappolati nel loro gioco.

 Ed è appunto Pietro ad architettare la trappola finale; l’equilibrio si sfalda e nessuno si sente più al sicuro semplicemente non agendo; devono esporsi per ripristinare l’equilibrio.

 Ma è bene fermarsi qui nel racconto: di un giallo non si deve anticipare troppo per non compromettere il piacere della lettura.

 Su una cosa sono pronto a scommettere: chi si dovesse appassionare alla lettura del libro e non ne sa abbastanza sulla teoria dei giochi, sicuramente sentirà il bisogno di saperne di più sull’argomento. A me è andata così.

Salvatore Di gregorio




05 febbraio 2018

Invito alla lettura: Il momento di uccidere



Quando ho iniziato a leggere questo noto romanzo, il primo “legal thriller” di un lungo elenco di grandi successi di John Grisham e conosciuto la tragedia di Tonya, una bambina di colore di 10 anni stuprata da due balordi bianchi, ubriachi e razzisti... subito mi ha coinvolto facendomi prendere parte per la vittima.
Il processo per stupro è immediato. Il romanzo è costruito nel contesto tra razzismo, desiderio di vendetta e la rabbia che un padre prova verso coloro che gli hanno sconvolto la vita e rovinato sua figlia, ormai devastata psicologicamente e fisicamente per le violenze subite. Carl Lee Hailey padre della piccola, non può aspettare quella giustizia che forse non si compirà mai. Allora decide di farsi giustizia da sé sparando e uccidendo gli imputati in tribunale. Il processo a Carl Lee, così come i fatti si svolgono nel Mississippi, Ford County, profondo sud degli Stati Uniti, dove il tema razziale è molto sentito: da una parte i neri, in un clima di sudditanza dall'altra i bianchi razzisti, sprezzanti verso i diritti della gente di colore e dove imperversa l’organizzazione razzista del Ku Klux Klan.
Particolare importanza nel romanzo riveste l'avvocato difensore di Carl Lee, Harry Rex Vonner, per la sua forte personalità, consapevole della notorietà che potrà avere da questo processo. Subirà molte pressioni, minacce di morte e la sua casa verrà bruciata... nulla lo fermerà. La giuria formata da una maggioranza di bianchi non riesce a formulare un verdetto per la mancanza dell'unanimità del voto. Per giorni vivono isolati per non avere contatti col mondo esterno. Solo lo stato d'animo della giurata Wanda, attraverso una commovente descrizione dello stesso stupro mette a nudo la propria coscienza e fa riflettere gli altri giurati. In un clima di grande tensione emotiva riusciranno a raggiungere il verdetto.
528 pagine, non sono tante, quando la lettura è scorrevole lo stile semplice e curato. Emozionante, avvincente, coinvolgente, ben scritto, molto dettagliato nelle descrizioni delle varie fasi del processo.
Il libro lo trovate in biblioteca. Che dire ancora? ...Buona lettura!




La lettura di questo romanzo è coincisa con i fatti di cronaca verificatesi a Macerata. Un razzista nostrano spara da un auto a persone sconosciute, colpevoli solo di essere di pelle nera. Una brutta storia d’intolleranza che fa riflettere anche sulla nostra società attuale e dei mutamenti che stanno avvenendo nelle nostre città e di come stia crescendo l’intolleranza verso gli immigrati. Una brutta storia, dicevamo, che può portare ad altri atti di violenza se questa china razzista non viene contrastata e per non cadere nella trappola dell'odio e della violenza.
Lina Viola




21 dicembre 2017

Invito alla lettura: Alibi di una notte






Devo premettere di essere un’appassionata lettrice di libri gialli e di thriller in genere, ma ho trovato che Alibi di una notte sia tra i migliori romanzi di Sandra Brown. Autrice di molti bestsellers dal talento letterario eccezionale. Il racconto è avvincente e ben costruito, non scontato e con una descrizione impeccabile dei personaggi.
Nella città di Charleston in una lussuosa suite di albergo, dove viveva, viene rinvenuto il cadavere di Lute Pettijohn, ricco e potente proprietario dell’albergo. Un uomo di dubbia moralità dai molti intrallazzi e con molti nemici. Nemici nella malavita, nemici nella polizia e ci sono sospetti anche su Davee, la giovane vedova, diventata libera e milionaria con la ricca eredità.
Gli intrighi sulla morte di Lute s’infittiscono coinvolgendo anche le persone che indagano il caso. Infatti una persona vicina all'integerrimo Hammond Cross, che aspira a diventare il nuovo procuratore distrettuale, trama per depistare la sua inchiesta. La sera dell’omicidio Hammond conosce una donna, Alex Ladd. Con lei ha una notte di passione. Nel corso delle indagini la bella psicologa Alex Ladd, della quale si è innamorato, diventerà, per una serie di coincidenze, una delle principali sospettate che però, per la sera dell'omicidio, ha un alibi di ferro. Il nostro aspirante procuratore dovrà indagare anche la donna per scoprire chi è il pericoloso killer. Il finale, come ogni giallo che si rispetti, è sorprendente e inaspettato.

14 dicembre 2017

Invito alla lettura: Etty Hillesum



           

 
Questa estate La nave di Teseo ha  pubblicato, di Edgarda Ferri, Un gomitolo aggrovigliato è il mio cuore. Vita di Etty Hillesum. Un bel libro che si legge come un romanzo e che ci da l’occasione per andare a leggere o rileggere anche il suo “Diario”. Non è facile descrivere in poche righe la profondità del percorso che Etty Hillesum ci racconta.
Esther Hillesum, detta Etty, è una ragazza olandese di origini ebraiche, colta, curiosa, dalla sensibilità inusuale. Appassionata di letteratura russa e lettrice vorace, piena di vita, di passioni, profondamente libera; lavora come dattilografa al Consiglio Ebraico: la sua è una condizione privilegiata, allo scoppiare della Seconda guerra mondiale e con l'inizio delle persecuzioni razziali potrebbe scappare e salvarsi. Potrebbe coltivare i suoi studi, scoprire l'amore che comincia ad affacciarsi nella sua vita, realizzare i mille sogni suggeriti dalla sua fantasia. Ma decide di non abbandonare la sua famiglia, il suo popolo, e di condividerne fino in fondo la sorte. Etty Hillesum non ha neanche trent’anni quando tutto questo accade. Così, il 7 settembre 1943, dopo i mesi passati nel campo di transito di Westerbork, sale su un treno per Auschwitz da cui, non farà più ritorno. L’animo ribelle e poetico di Etty Hillesum, gli anni della gioventù e della guerra affrontati con uno spirito mai esausto, un “umanesimo radicale” che ha trovato nelle pagine del suo diario e delle sue lettere un'altissima interpretazione letteraria. E può sembrare strano, forse inappropriato, trovare un’intima, preziosa bellezza nelle sue parole, poiché queste si riferiscono a una tragedia storica di portata immensa, l’annientamento di un popolo per volere di altri uomini e al contempo la distruzione di ogni aspetto di umanità che un uomo può infliggere a un suo simile.
La descrizione di ciò che accade, di ciò che si sente dire, delle paure, dei segnali della tragedia incombente, lentamente lascia il posto nel diario al racconto della sua trasformazione interiore, come unico modo per resistere a quegli avvenimenti.
La sua resistenza è puramente interiore, e nasce dalla consapevolezza che la possibilità di trasformazione del mondo è intimamente legata alla disponibilità a trasformare se stessi.
Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo.
Un testo, il suo diario, ricordiamo ancora, che non si limita alla testimonianza di una tragedia storica, ma che pone un tema universale: la solitudine dell’uomo davanti al dolore, e la ricerca, tutta interiore, profondamente intima, di una possibilità di comprenderlo e accettarlo.
Considerata uno dei simboli della Shoah, la vita e le opere di Etty Hillesum sono diventate fonti di ispirazione contro l'oblio della memoria, esempi di altruismo e solidarietà capaci di sopravvivere alle atrocità della storia. Il suo diario ci trasporta con intimità e rispetto nei suoi momenti privati, nelle scelte coraggiose, nel cuore tormentato di una donna dalla forza indomita e mai dimenticata.







06 dicembre 2017

“Magia di luce in versi” di Filippo Minacapilli





Di Guglielmo Paradiso – È soprattutto l’amore quello che canta Filippo Minacapilli nella sua raccolta di poesie e haiku Magia di luce in versi, edito da Divina Follia Edizioni.
Oggetto principale del suo lirismo è la donna, amato e ammirato oggetto del desiderio, della quale con rapidi sapienti tratti il poeta riesce a catturare la bellezza e l’estatico, sfuggevole incanto del supremo godimento, riuscendo persino a congelare negli eterni e liberi suoi versi la meraviglia e la gioia di quelle visioni e atti d’amore.
Di tanto in tanto, così come il sole può essere offuscato da una nuola passeggera, Eros cede il posto a Thanatos e Minacapilli utilizza l’estro poetico per sfogare le amarezze e le disillusioni che la vita riserva, senza distinzione alcuna, a tutti i suoi figli, talvolta ispirandosi ad amari fatti di cronaca nera come in È con noi, dedicata alla tragica scomparsa di Paolo Borsellino.
Cerco i versi – confessa, infatti, lo stesso poeta in una delle poesie così intitolata- non solo «per tradurre in poesia/il ricordo incalzante/delle nostre melodie», ma anche «per poter sublimare/in orizzonti metafisici/l’anima e i suoi tormenti» e «per voler gridare/ai lontani universi/che è fantastico volare».
Ed ecco che, dopo lo sfogo, nuovamente – quasi a ricordarci, come direbbe Nietzsche, che «il dolore dice: passa! ma ogni piacere vuole eternità» – un’altra poesia d’amore sussurra al lettore di come l’esistenza sappia dispensare gioie immense a chi ha la sensibilità e il gusto per coglierle.


Ma è negli haiku, presenti in questa “Magia di luce in versi” che Filippo Minacapilli dà il meglio di sé, sebbene non cambino i temi che gli danno ispirazione: incantate seduzioni, cocenti amarezze, e sogni ad occhi aperti.
La poetica giapponese – con la sua particolare tecnica e semplicità – si adatta perfettamente all’indole e alla capacità innata di sintesi del poeta, permettendogli di comporre versi rapidi e intensi che rendono ancora più straordinari gli effetti di cristallizzazione, di cui Filippo Minacapilli si dimostra Maestro, dell’attimo e del sentimento che rapidi stanno quasi per fuggire via da lui per divenire trascorsi e vita vissuta.
Straordinaria per sintesi di pensiero, evocazione di immagini, e melodia del verso – ad esempio - questa composizione: «Vento vendete/Vanitosi veraci/Vanto volete».
Magia di luce in versi di Filippo Minacapilli, edito da Delta-Divina Follia Edizioni, una raccolta poetica di 58 poesie e 88 haiku, da leggere tutta d’un fiato, lasciandosi cullare dalle parole con la speranza di vivere almeno una volta nella propria esistenza, le sublimi ed estatiche emozioni contenute in quei versi.

Filippo Minacapilli
Magia di luce in versi
intr. di Gianfranco Jannuzzo
Divina Follia Edizioni
collana Delta
pp. 120, € 12


Filippo Minacapilli
vive ad Aidone-Morgantina in provincia di Enna, dove è nato nel 1949. È stato docente di Filosofia e Pedagogia. Attualmente è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta. Collabora con il quotidiano on line Etna Mare Reporter di Acireale e con Palermomania Puntoit. Di recente alcune delle sue poesie sono state pubblicate in varie antologie. La sua vena poetica, rivelatasi con maggiore “prepotenza” in questi ultimi anni, si traduce in versi immediati e spontanei che si pongono fuori e oltre gli schemi a noi noti . La sua notevole sensibilità, spesso nascosta da un reale riserbo a manifestare il sentire più intimo, si coglie in tutta la poesia evocatrice di sentimenti, emozioni, moti dell’animo che l’Autore tende a universalizzare. Amante della metafora, ha fatto di Eros, Magia, Sogno, Bellezza i punti cardine dei suoi componimenti. Affascinato dagli haiku, componimenti poetici brevissimi rappresentativi della cultura giapponese, si è cimentato in questa nuova “sfida”, dedicandovisi con passione e con la dovuta padronanza della tecnica e dello stile. È così che è venuta alla luce la scoperta di una poetica interiore come slancio vitale forte e prorompente. La sua capacità di osservare, di leggere i fatti e di interpretarli lo spingono a “stigmatizzarli”, con sintesi speciose, in aforismi, cui è dedito da molto anni, che spaziano dall’animo umano, alla politica, ai comportamenti sociali, temi a lui cari fin da quando era studente.


Fonte: ETNAMARE REPORTER



30 novembre 2017

Kazuo Ishiguro: non solo Nobel per la Letteratura, ma anche vincitore di un Premio Letterario siciliano




A un anno dall'inaspettata vincita di Bob Dylan, il premio Nobel per la Letteratura 2017 è stato assegnato allo scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Ishiguro perché, come si legge nella motivazione, "nei suoi romanzi di grande impatto emotivo ha svelato l'abisso che si nasconde sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo".
Prima di Ishiguro soltanto ad altri due scrittori giapponesi è stato assegnato il Nobel alla letteratura: Yasunari Kawabata nel 1968 e Kenzaburō Ōe nel 1994.
Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki l'8 novembre 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, divenne definitivo.
Pur frequentando fin da bambino le scuole in Inghilterra, Ishiguro fu educato secondo le tradizioni giapponesi. Si è laureato in filosofia e letteratura alla University of Kent (1978), ha poi seguito corsi di scrittura creativa, avendo tra gli insegnanti Malcom Bradbury e Angela Carter.
Attualmente vive a Londra con la moglie scozzese, Lorna MacDougall, assistente sociale, e la loro figlia Naomi.
A Nagasaki, pochi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono ambientati il suo romanzo d'esordio Un pallido orizzonte di colline, del 1982, di cui è protagonista una donna giapponese, e il secondo Un artista del mondo fluttuante del 1986, che vede al centro un anziano pittore, per cui gli venne assegnato il premio Withbread, mentre con quella che è, forse, la sua opera più conosciuta, Quel che resta del giorno ha conquistato il premio Man Booker Prize nel 1989.



Da questo libro è stato tratto l'omonimo film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson, diretto da James Ivory e vincitore del Premio Oscar nel 1994. Nel 2005 ha scritto Non lasciarmi per il quale ha ricevuto il Premio Alex.
Anche Non lasciarmi diventa un film, con la regia di Mark Romanek (2010).
Dopo una lunga pausa con Il gigante sepolto il suo ultimo romanzo del 2015 lo scrittore anglo-giapponese torna a sorprendere, trasportando i lettori in una dimensione fantastica con la storia di Beatrice e Axl, una coppia di anziani in viaggio tra draghi, giganti, folletti nella Britannia del VI secolo, alcuni anni dopo la morte di Re Artù, per trovare il figlio lontano che non sanno più se esista veramente.
Anche di questo libro sono stati acquisiti i diritti, dal produttore hollywoodiano Scott Rudin, per farne un film.
Tra i suoi libri anche Gli inconsolabili dove il mistero è la chiave di volta di ogni vicenda e Quando eravamo orfani, in cui un detective scruta il mondo che precipita verso l'esplosione totale.
Complessivamente sono sette i suoi romanzi, tutti bestseller e pluripremiati, a cui si aggiungono i racconti, tutti pubblicati in Italia da Einaudi.
Kazuo Ishiguro è stato premiato anche in Sicilia nel 2009 con l’opera Notturni vincendo la sesta edizione del Premio letterario internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” che si svolge a Santa Margherita di Belice nel Palazzo Filangeri di Cutò.
Si ricorda inoltre che a Giuseppe Tomasi di Lampedusa sarà dedicato il prossimo incontro con l’Autore, promosso dall’Associazione Amici della Biblioteca.
Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” – si legge nella motivazione della giuria – è scrittura crepuscolare, carica di melanconia, con sprazzi di virilità attraverso i quali l’autore, mosso da una pietas severa ed autentica, cerca di disincagliare le proprie creature dall’accidiosa frustrazione che portano dentro. Ishiguro, al di là delle sue origini, mostra anche con “Notturni” le radici di una formazione che coniuga echi dublinesi con la migliore letteratura angloamericana.
Francesco Valenti, Il primo cittadino di Santa Margherita di Belice, nella sua lettera di congratulazioni allo scrittore scrive: "In quell'occasione abbiamo avuto modo di conoscerla e addentrarci nella limpidezza malinconica della sua scrittura.
Oggi, ricordando quel giorno, riconosciamo ancora una volta l'importanza del lavoro svolto dalla giuria presieduta da Gioacchino Lanza Tomasi e l'indiscutibile valore di un premio che, anno dopo anno, è capace di promuovere sensibilmente la letteratura e l'incontro tra le culture".

Emiliano Spampinato