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27 agosto 2018

Invito alla lettura: Di notte... le stelle


Ho iniziato a leggere la prefazione e mi sono immedesimata nell'autrice, una insegnante, che prova interesse per lo studente che confida problemi, situazioni, sogni, aspettative sul suo non facile avvenire. È accaduto alla scrittrice, insegnante in una scuola molto speciale, la Casa Circondariale "Luigi Bodenza" di Enna.
Nel carcere di Enna fu rinchiuso Faisal, un ragazzo di colore proveniente dal Ghana, educato in una famiglia che, nonostante tutto, conduceva una vita serena e dignitosa. Una famiglia numerosa con un padre severo che diventa spesso manesco alle sue tante bugie. Faisal cresce con una disciplina quasi militare.
L’andamento famigliare peggiora con le crisi economiche del Ghana e la difficoltà del padre a trovare un lavoro.
Faisal a diciannove anni, con la tristezza nel cuore di ogni migrante lascia la madre, la casa, abbandona il suo paese e si trasferisce in Libia.
In Libia, prima della rivoluzione e la caduta di Gheddafi, si inserisce subito, trova un lavoro e con quello che guadagna riesce ad aiutare la sua famiglia.
Dopo qualche anno la situazione politica cambia. Campagne di accuse a paesi stranieri causano un clima di diffidenza e di odio verso la gente di colore. La rivoluzione, le violenze e la caduta di Gheddafi fanno decidere Faisal ad abbandonare la Libia.
Un'impresa che si presenta subito difficile e piena di ostacoli; il paese è chiuso, anche riattraversare il deserto verso sud, attraverso il Niger, non è possibile. Unica via di fuga è il Mediterraneo.
A Faisal la traversata verso il “sogno dell’Italia” sembra facile, ha denaro a sufficienza e la volontà di mettersi in salvo.
La testimonianza di Faisal sul viaggio di questi tanti disperati, uomini, donne, bambini piccolissimi, è un incubo angoscioso che nessuno dovrebbe essere costretto a vivere.
L’Avaria dell’imbarcazione, porterà a momenti di follia e di ferocia e alla morte di molti di loro. Dopo molti giorni di deriva le motovedette italiane salveranno i superstiti: Faisal è uno di loro.
Alla gioia di essersi salvato segue quasi subito il tormento e la sofferenza del carcere. Viene accusato di omicidio e di delitti che non ha commesso, da innocente è condannato a 14 anni.
Per descrivere l’afflizione del carcere l’Autrice scriverà: “vedo chiudere alle mie spalle ben sette, dico sette, tra porte di ferro blindate e pesanti cancelli”. Ho immaginato di vedere quegli uomini dietro le sbarre, nelle loro celle, trascinarsi in una vita che perde di senso con la perdita della libertà personale.
Durante la carcerazione Faisal fa tesoro dei diversi insegnamenti, impara a cucinare, a leggere e parlare l'italiano e questo gli permette di lavorare ed entrare in contatto con insegnanti ed educatori, capaci di ascoltarlo e consigliarlo. Faisal è un giovane non rassegnato, fiducioso nella Legge.
Dopo 4 anni di carcere Faisal avrà giustizia..."è stato assolto per non aver commesso il fatto".
Nella postfazione di questo agile volumetto, che si legge in poco tempo; il suo avvocato difensore descrive, in un breve resoconto, come superati i pregiudizi iniziali si convince dell’innocenza del ragazzo. Per la verità un resoconto troppo breve; avrebbe potuto spendere qualche riga in più per spiegare la situazione kafkiana nella quale viene scaraventato Faisal.
Non si comprende chi sono gli accusatori che lo portano in carcere e il perché di accuse tanto gravi fatte a un innocente. Incomprensibile anche la motivazione dell’assoluzione che ci da l’avvocato. Faisal sarebbe stato assolto perché da buon musulmano, come tale, non avrebbe potuto commettere omicidi per superstizione o per riti magici, e perciò credibile, a differenza di altri accusati, suoi compagni di traversata, poi condannati definitivamente , ma di religione cristiana.
Dopo l’assoluzione, Faisal è un uomo libero, ha trovato un lavoro come mediatore culturale e vive a Enna. Ha conosciuto e si è innamorato di una ragazza, una operatrice del centro di accoglienza, e con lei è nato un amore.
Consiglio la lettura “Di notte... le stelle”. Un libro breve ma intenso. Pagine che ci mettono davanti agli occhi un resoconto terribile e terrificante di una umanità in fuga da guerre, persecuzioni e fame. Una storia reale di uomini, donne, bambini che muoiono in situazioni angosciose.
Pagine che dovrebbero fare riflettere, soprattutto coloro che girano indifferenti la testa da un’altra parte, e quei cuori che hanno perso ogni briciola di umanità.

Lina Viola


Il libro di Filippa La Porta è disponibile in biblioteca. Prenota qui.



20 agosto 2018

Invito alla lettura: Ogni Respiro di Nicholas Sparks


Ogni Respiro
è il ventesimo romanzo di Nicholas Sparks. Un romanzo d'amore, che lo scrittore, come sempre, sa ben confezionare.
Tru Walls divorziato, con un figlio, fa la guida in una riserva naturale in Africa, nello Zimbabwe, e si occupa di safari. Hope Anderson è un’infermiera con un fidanzamento in crisi alla ricerca della solita pausa di riflessione.
Tru riceve una lettera da un uomo che dichiara di essere suo padre e che non ha mai conosciuto. Il padre ormai malato lo invita a recarsi a Sunset Beach nel North Carolina per riconoscersi e affrontare il mistero della sua infanzia.
Dal padre conoscerà la commovente storia di sé e di sua madre morta in un incendio. 
Tru e Hope s'incontrano casualmente in spiaggia e tra loro nasce la solita simpatia che si trasformerà nel solito colpo di fulmine e subito in un amore che li travolge.
Un amore idealizzato che dura e non muta nel tempo, nonostante le scelte egoistiche ed opportunistiche di Hope, gli abbandoni, e in età avanzata la malattia di lei.
Bella e romantica la descrizione della cassetta della posta chiamata Kindred Spirit sull'isola di Bird Island che esiste nella realtà e serve all’autore come spunto per il suo romanzo. Un pezzo di autentica bravura di Nicholas Sparks che qui padroneggia il mestiere nel genere sentimentale-romantico.

La cassetta postale invita a scrivere a coloro che la trovano i loro pensieri, le loro preghiere, i loro sogni.

Questa storia d'amore “fantastica” sbocciata a Carolina Beach, la spiaggia dov'è ambientata, fa da sfondo, da impalcatura, per raccontarci e descrivere i safari e i paesaggi incontaminati “della sua Africa”.
Nicholas Sparks ama l'Africa. Ama le pianure sconfinate delle savane, ama le inaccessibili foreste pluviali e la sua vegetazione, l’infinita varietà di ogni specie di animali, ama il clima e descrive in maniera quasi pittorica come un grande affresco gli ambienti incontaminati dei grandi parchi africani.
Nel romanzo non mancano i riferimenti storici e le turbolente vicende politiche del continente.
Non mancano le pagine che ti fanno pensare, come il paragone delle nostre vite alla vita delle foglie: "Vivi come meglio puoi per tutto il tempo che ti è concesso finché non arriverà il momento di staccarsi e lasciarsi andare serenamente".
Un libro da leggere sotto l'ombrellone.

Lina Viola



Il libro "Ogni respiro" è disponibile in biblioteca. Prenotalo qui.


13 agosto 2018

Invito alla lettura: La porta di Magda Zsabó



Questa scrittrice ungherese di cui ignoravo completamente l’esistenza è stata per me una grande scoperta. Mi sono innamorata di questo libro prima ancora di averlo tra le mani, leggendo una recensione trovata in rete. Sarà perché ha come protagonista una scrittrice o semplicemente perché i ruoli principali sono affidati a due donne, Magda ed Emerenc per l’esattezza.
Magda è la scrittrice e vive con il marito anche lui scrittore in un piccolo paese dell’Ungheria. Hanno necessità di un aiuto domestico, per poter dedicare il loro tempo esclusivamente al lavoro.
Ecco dunque entrare in scena Emerenc, una portinaia conosciuta da tutti in paese per la sua fermezza di carattere, per il suo metro di giudizio ferreo e anche per le sue stravaganze: prima di accettare il servizio afferma di voler valutare le referenze dei suoi eventuali padroni. Rovescia completamente le parti, è lei a scegliere se restare, è lei a fissare il compenso che calcola in base alle esigenze dei datori di lavoro e dal loro grado di sciatteria.
Il rapporto tra la scrittrice e la sua domestica è inizialmente difficile e faticoso, le due donne sono diffidenti e sospettose, ignare di quanto la relazione le coinvolgerà fin quasi alla reciproca dipendenza. Questi dettagli li sappiamo tutti fin dall’inizio, in quanto i fatti sono già accaduti, è Magda a raccontarceli in un lungo flashback.
La figura di Emerenc è poderosa e riempie ogni pagina del libro, una donna tutta d’un pezzo, senza lacrime né sorriso, che governa la sua vita e quella degli altri con una dedizione totale, una volta riusciti ad entrare sotto la sua ala protettiva.

La fastidiosa arroganza che proviamo per Emerenc diventa via via ammirazione quando apprendiamo i trascorsi del suo tragico passato nell’Ungheria postbellica, mentre lo spessore intellettuale della scrittrice si assottiglia a più non posso e i suoi raffinati cavilli mentali crollano miseramente di fronte alle lezioni morali impartite con severità dall’umile serva.
Un cane trovatello e una porta chiusa che sigilla un segreto sono i due elementi che incorniciano questo straordinario rapporto affettivo basato su un bene incondizionato e quindi violento, impetuoso, travolgente, perché come dice Emerenc “una passione non si può esprimere pacatamente”.
La Zsabò è una scrittrice dal talento indiscutibile, dotata di una singolare capacità di analizzare i sentimenti e capace di una prosa sublime. Il finale magistrale e quasi surreale rende il romanzo indimenticabile e consegna alla memoria del lettore le due figure potentemente tratteggiate insieme alla consapevolezza di aver appreso una grande lezione di vita. Consigliatissimo.


Fabiola Gravina


30 luglio 2018

Invito alla lettura: ZERO K di Don DeLillo




Zero K è l’ultimo romanzo del grande scrittore statunitense Don DeLillo. Il titolo fa riferimento allo zero Kelvin, la temperatura più bassa teoricamente raggiungibile e tratta il tema dell’immortalità attraverso la crioterapia, il congelamento dei corpi e delle coscienze in attesa di un futuro in cui poter godere una nuova vita grazie ai progressi della scienza.
La storia è narrata in prima persona da Jeffrey Lockhart, figlio del magnate Ross Lockart e principale finanziatore della clinica segreta realizzata in un luogo sperduto del Kazakistan e che offre il servizio d’ibernazione. Ross svela al figlio il progetto Convergence e lo prega di accompagnarlo alla base tecnologica per dare l’ultimo saluto ad Artis, la matrigna gravemente malata, sottoposta alla terapia di pre-ibernazione prima dell’ingresso nella capsula conservativa.
Jeffrey è sconcertato e turbato dalla rivelazione, e fin dalle primissime pagine è possibile cogliere l’attrito esistente tra padre e figlio, (i motivi di tanto astio saranno svelati in seguito). Jeffrey Lockhart incarna nel libro lo scetticismo sulla fede in un’altra vita e l’opinione che la scienza sia fonte d’illusioni quanto la religione. È forte il diverso approccio dei due uomini nei confronti della morte ma anche della vita e di come spenderla.
Il romanzo è diviso in due parti ben distinte: la prima è ambientata nella clinica segreta che ospita i pazienti sottoposti al processo di crioconservazione, la seconda si svolge a New York e ha come protagonisti il figlio Jeffrey, la sua compagna attuale Emma e Stack, il figlio adottivo di lei.
Si fa fatica a passare dall’una all’altra parte, la seconda ancora più visionaria della clinica dai corridoi labirintici con porte color pastello che non portano da nessuna parte.
Jeffery dà voce a tutte le sue paranoie, tipo controllare il gas, controllare tasca-chiavi-portafoglio o giocare con le parole, stressandole fin nella singola lettera. E tra le pagine appaiono i ricordi d’infanzia, la morte della madre, i dubbi sul funzionamento dei loculi surgelati, dei trapianti di organi e tessuti, degli individui che si risvegliano “rimessi a nuovo” o il senso dell’immortalità: ma è proprio vero che vogliamo vivere per sempre?
Perché l’obiettivo di Convergence è ottenere il controllo sulla morte, conquistare la libertà di decidere se non quando nascere, almeno quando morire, confidando nel potere supremo della scienza. Al risveglio, i nuovi corpi saranno sani, giovani, perfetti, e parleranno una lingua nuova, unica e universale.
Lo stile minimale di DeLillo è ancora più spoglio del solito, lo definirei gelido e asettico come l’ambientazione. Confesso che ho preferito di gran lunga la prima parte, più interessante e accattivante, trovando la seconda troppo sconclusionata anche nel linguaggio adottato. Mi è piaciuto il personaggio di Jeffery in cui ho ritrovato l’approccio alla vita cinico e sprezzante dei giovani d’oggi, senza speranza e arresi a un futuro senza prospettive. Non si direbbe sia un romanzo scritto da un ottantenne.
DeLillo non è uno scrittore facile, ho letto tre dei suoi diciassette romanzi e ogni volta mi è rimasto in bocca un pizzico di delusione. Zero K non mi ha convinto completamente ma leggere questo grande autore è comunque un’esperienza che consiglio.

Fabiola Gravina



16 luglio 2018

Invito alla lettura: La Mennulara



Leggendo “La Mennulara” 
di Simonetta Agnello Hornby ho avuto la sensazione di avere assistito ad un’opera teatrale; ogni volta che una famiglia finiva di spettegolare sul personaggio principale si abbassava il sipario e quando si rialzava, come in un altro atto, una nuova famiglia, continuava a spettegolare.
Il pettegolezzo si era acceso alla morte di Maria Rosaria Inzerillo detta “la Mennulara”. Prima di morire aveva dato disposizione precise per il suo funerale fatto scrivere gli annunci mortuari e anche il necrologio da pubblicare sul giornale più importante dell’isola.
Il romanzo è ambientato in un paese siciliano, arroccato in una collina che negli anni ’70, con la speculazione edilizia, si era espanso nella parte bassa e abitato dalle famiglie più povere e da piccoli artigiani, mentre nella parte alta abitavano nobilotti e notabili benestanti.
Maria Rosaria Inzerillo, orfana di padre, detta “la Mennulara” fin da bambina raccoglieva mandorle nelle campagne e con il suo lavoro provvedeva alla mamma e alla sorellina, entrambe malate; subendo e sopportando umiliazioni e violenze.


A 13 anni viene assunta come “criata” da una famiglia nobile: gli Alfallipe.
Con gli anni e con l’età, dando prova di sapere governare la casa ma continuando a fare la domestica, aveva assunto il ruolo di amministratrice. Nessuna decisione poteva essere presa senza il suo benestare. La Mennulara, aveva saputo salvare le proprietà della famiglia di Orazio Alfallipe.
I figli del vecchio Alfallipe sarebbero cresciuti senza proprietà e senza avvenire e la loro madre, la vedova di Orazio dopo la morte del marito sarebbe rimasta sola in una grande casa vuota.
Maria Rosaria Inzerillo la conosciamo, nel romanzo, solo attraverso le voci rancorose e piene d’invidia dei suoi compaesani. Ogni famiglia di Roccacolomba, il paese della Mennulara, compresi alcuni degli Alfallipe, hanno molti motivi per detestarla. Solo il medico Mendicò e il prevosto Padre Arena apprezzano l’onestà e il coraggio della protagonista. Con la sua forte volontà, con la sua intelligenza, e per essere andata anche oltre i propri doveri, aveva raggiunto ogni obiettivo per il bene dei suoi padroni. Per il benessere e la ricchezza che aveva saputo creare, anche per sé, era ritenuta da tutti anche come donna vicina alla mafia.
In questo suo romanzo di esordio Simonetta Agnello Hornby crea un personaggio affascinante. Una donna forte e discreta; poco amata e molto invidiata e odiata, una serva padrona determinata, capace di nascondere segreti inconfessabili. Segreti che durante la lettura si intuiscono e altri vengono svelati. Segreti che hanno condizionato la vita della protagonista, che l’hanno resa forte, ma che ha conservato la sua fedeltà agli Alfallipe.
Sorprendente è l’eredità che lascerà ai suoi padroni.
La ricerca del testamento che viene narrato come una caccia al tesoro, così l’aveva voluta e organizzata la Mennulara prima di morire, si trasformerà in momenti di scoramento per chi, tra gli eredi, si sentirà tradito. Una specie di sceneggiata che strappa qualche sorriso al lettore.
Un romanzo piacevole anche se a volte le vicende e certe situazioni sono decisamente inverosimili.
Molto piacevole è anche la descrizione dei luoghi dove sempre mi immedesimo come spettatrice privilegiata. Conoscitrice, come siciliana, dell’ambiente tipico di un paese dell’interno; con personaggi verosimili che solo la Sicilia sa produrre. L’uso sapiente del dialetto rendono i dialoghi ancora più sapidi ed espressivi. Consiglio la lettura di questo romanzo anche a coloro che hanno poco tempo per leggere. Una lettura piana e piacevole con argomenti in chiave tutta siciliana.

Lina Viola


Il libro di Simonetta Agnello Hornby "La Mennulara" è disponibile in biblioteca.





02 luglio 2018

Invito alla lettura: La ragazza del treno




Quando si inizia a leggere un libro può capitare alle prime pagine che vorresti abbandonarlo. Non ricordo chi tempo fa mi disse: leggi le prime 30 pagine, solo allora ti renderai conto se vale o no la pena di continuare. Di questo romanzo ho avuto questa tentazione, di tralasciarlo, perché mentre leggevo perdevo il “filo” del racconto nel collegamento temporale, narrato dai tre personaggi come in un diario. Subito però, il romanzo ha iniziato ha interessarmi, sia la trama che il profilo psicologico dei personaggi. Tre donne Rachel, Anna e Megan raccontano ognuna dal suo particolare punto di vista, la stessa storia originale, che ci accompagnerà fino al suo epilogo. Rachel e Tom sono due sposi felici. Rachel rimane incinta ma sfortunatamente non riesce a portare a termine la sua gravidanza perdendo il bimbo; sopraffatta dal dolore inizia a bere cadendo nell'alcolismo e nella disperazione. Perde il lavoro, perde se stessa e perde il marito. Tom s’innamorerà di un’altra donna, Anna, si sposeranno e avranno una figlia.
Rachel ha lasciato la sua casa e si è trasferita a Ashbury, periferia di Londra, dalla sua amica Cathy, alla quale ha nascosto di avere perso il lavoro. Ogni mattina prende il treno per raggiungere Londra girando a vuoto tutto il giorno. Il treno è sempre affollato di pendolari, ognuno coi propri pensieri, chiacchierano, chi legge il giornale, chi un libro, c’è chi ascolta musica, chi sonnecchia e chi si perde con lo sguardo nel paesaggio. Rachel, estranea a tutti, guarda dal finestrino le case che costeggiano la ferrovia, guarda in particolare la sua casa dove adesso vivono Anna e Tom con la loro bimba. In un terrazzino accanto osserva per giorni una coppia di sposi che si scambiano tenerezze, felici e innamorati, immaginando che la sua vita sarebbe potuta essere perfetta e somigliare a quella coppia.
Una mattina vede la donna sul terrazzo baciarsi con un altro uomo. Il giorno dopo sul terrazzo non c’è più la donna e dai giornali viene a conoscenza della sua scomparsa. il nome è Megan una donna attraente, una vita alle spalle travagliata, irrequieta, sempre alla ricerca di una felicità mai raggiunta. Il marito Scott è tra gli indagati. Rachel va alla polizia e racconta ciò che ha visto dal finestrino (dell'altro uomo) ma non viene creduta, ne tanto meno presa in considerazione, ritenuta poco credibile a causa del suo stato di alcolizzata. Inizia per suo conto a indagare e a scoprire la verità sconvolgente di Megan.
Un romanzo mozzafiato che si legge con la voglia di conoscere subito il finale e solo alla fine sarà chiaro ogni avvenimento. L’autrice tesse un abile labirinto dove ogni sospetto e ogni sospettato si confonde. La vita di tre donne molto diverse, vittime e protagoniste di una storia con un finale, naturalmente, inaspettato.


Lina Viola



08 giugno 2018

Invito alla lettura: La notte della volpe



La notte della volpe di Jack Higgins è una lettura appassionante. Un romanzo storico che attraverso fatti storici fa rivivere l'occupazione delle isole della Manica, al largo delle coste inglesi. L'isola di Jersey fu occupata dai tedeschi nel 1944. Jersey, oggi paradiso fiscale della City di Londra, è l'isola più grande del canale della Manica.
Il racconto inizia nel 1985, dopo tre anni di difficoltose ricerche, il professore Alan Stacey tramite un amico della CIA, viene a conoscenza che è stato trovato il corpo di Harry Martineau e che a Jersey avranno luogo i funerali con una nuova sepoltura. Harry Martineau nel gennaio 1945 risultò disperso dopo un volo su un Arado 96, un biposto da addestramento utilizzato dai tedeschi e ritrovato due settimane prima, con il relitto dell’aereo, in un acquitrino dell’Essex in divisa da ufficiale tedesco della Luftwaffe.
Harry Martineau è il personaggio principale del romanzo; professore di filosofia morale a Oxford, lavorava presso il Ministero dell'Economia bellica come agente del controspionaggio inglese SOE, costituito nel 1940 da Churchill per coordinare la resistenza e i movimenti clandestini in Europa.
Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, durante un esercitazione nel Canale della Manica, due unità americane vengono colpite e affondate da motosiluranti tedesche, con la perdita di seicentocinquanta marinai, tra questi rimane ferito il colonnello Hugh Kelso. L’ufficiale americano è a conoscenza di informazioni segretissime riguardanti l'ora è il luogo dello sbarco in Normandia. Il colonnello si salva approdando fortunosamente nell’isola di Jersey occupata dai tedeschi. Viene soccorso e salvato da Helen de la Ville che lo cura e lo nasconde nella sua casa. Il generale Eisenhower, comandante a capo delle forze Alleate in Europa, viene informato che il colonnello Kelso è sfuggito alla morte e ha trovato rifugio nell’isola.
Al comando Alleato c'è molta preoccupazione per la sorte del colonnello, se dovesse essere catturato e torturato potrebbe rivelare le informazioni riguardanti lo sbarco.



Eisenhower dà una settimana di tempo per trovare la soluzione e portare via dall’isola il capitano Kelso. Di salvare e trasferire Kelso dall'isola viene incaricato Harry Martineau. Una persona speciale, freddo e spietato, utilizzato come killer, in grado di compiere missioni difficili e pericolose. Deve riuscire a portare via da quella fortezza “inespugnabile pullulante di nemici” Kelso, o altrimenti ucciderlo: Martineau è perfettamente in grado di svolgere questa difficile operazione. Pronto a piantare una pallottola in mezzo agli occhi di Kelso se necessario.
Travestito da ufficiale tedesco, assumerà il ruolo di un colonnello nazista. Viene affiancato da Sarah Anne Drayton, nipote di Helen de la Ville nata a Jersey e agente del SOE. Sarah è una affascinante infermiera con il ruolo di “puttana e di amante”. Con dei lasciapassare falsi cercheranno di raggiungere Jersey.
Al di là della ricostruzione storica dello sbarco in Normandia, personaggi  storici reali e personaggi del romanzo vengono descritti e agiscono in un clima di guerra che fa riflettere sulle tremende condizioni di vita delle popolazioni, costrette a sopravvivere sotto una dominazione feroce.
Un romanzo carico di suspense una trama incalzante costruita con continui colpi di scena e un finale mozzafiato.

Lina Viola


l libro "La notte della volpe" sarà disponibile in biblioteca a Luglio





30 maggio 2018

Invito alla lettura: Caffè amaro




Il romanzo di Simonetta Agnello Hornby è ambientato in Sicilia ed è frutto di una lunga escursione storica che inizia a fine '800 per arrivare alla prima metà del secolo scorso.
La scrittrice in questo romanzo dal titolo apparentemente leggero, "Caffè amaro", racconta la storia di Maria, una ragazza di quindici anni, molto bella, che viene chiesta in sposa da un "signorotto blasonato" molto più grande di lei e innamorato perdutamente.
Pietro è un uomo colto, con la passione per i viaggi, collezionista di reperti archeologici. È un cultore di arte, teatro, amante della buona musica. Insomma un uomo di mondo che a modo suo ama godersi la vita.
Maria appartiene ad una famiglia borghese non molto agiata, il padre un avvocato con idee socialiste, la lascia libera di decidere del suo destino. Consapevole delle difficoltà economiche della sua famiglia, vede i vantaggi della proposta di Pietro e decide di farsi sposare.
Pietro non farà fatica a farsi amare; la riempie di premure e di dolci attenzioni che finiranno per conquistarla.
Avrà una vita piena con Pietro. Ormai donna matura, irrompe nel racconto, Giosuè, un amico d'infanzia che il padre di Maria ha cresciuto nella loro casa. Figlio di un suo amico, a cui ha fatto, prima di morire, la promessa di mantenerlo agli studi e avviarlo alla carriera militare. Giosuè dopo avere abbandonato la vita militare diventerà un uomo politico e per Maria il disvelamento di una seconda possibilità nella sua vita di donna affermata e consapevole della sua emancipazione.
La trama non particolarmente originale è quasi un pretesto per far scorrere tra le pagine il romanzo di Maria che si intreccia con la storia d’Italia e della Sicilia e le “storie” di tante famiglie italiane. Un'incessante carrellata che parte dai Fasci siciliani per concludersi con la seconda guerra mondiale e il bombardamento di Palermo. Pagine capaci, a volte, di un grande fascino evocativo,   come quando descrive le case bombardate di Palermo o i viaggi con Pietro. 
Visiteranno Crespi d’Adda, in Lombardia, dove la famiglia Crespi, grandi imprenditori, realizzarono un paese ideale per i loro operai. Maria, imprenditrice nelle miniere del suocero, da quella visita trarrà ispirazione per migliorare le condizioni di lavoro dei suoi "carusi". Una improbabile e inverosimile possibilità che serve solo come spunto all'autrice per descrivere il paese lombardo e la differenza delle condizioni di vita degli operai di Crespi e i minatori siciliani.

Nel libro vengono ricordati i temi che da sempre affliggono la Sicilia. L’incuria delle strade, le epidemie di tifo per la mancanza di fognature e dell’acqua potabile nelle case, le terre incolte, le miniere di zolfo, lo spreco del denaro pubblico, la violenza mafiosa, l’emigrazione.
E poi i viaggi, il fascismo, le colonie, le leggi razziali. Un guazzabuglio di Storia e di “storie” che a tratti mi hanno disorientato.
Le pagine che più mi sono piaciute sono quelle capaci di suscitare certi ricordi pieni di rimpianti, che pesano su tutti coloro che hanno dovuto lasciare la propria terra. La mia infanzia a Pietraperzia e poi l’adolescenza, poi giovane studentessa a Palermo; una città per me allora sconosciuta, bellissima nei miei ricordi, città ricca d'arte, coi suoi teatri, i suoi monumenti, i suoi artisti, l’odore delle "stigliole" e i colori dei mercati della Vucciria e di Ballarò. Il ricordo e lo stupore, ancora nei primi anni 70, per le macerie di quei palazzi bombardati della seconda guerra mondiale, e poi per lavorare, emigrata al nord.
Ricordi legati, sicuramente, alla nostalgia anche per la nostra autrice, che come tanti siciliani ha dovuto vivere lontano dalle sue origini, e che nonostante tutto hanno realizzato i propri sogni nelle città del nord, dove sono stati accolti.

Lina Viola



Il libro "Caffè amaro" è disponibile in biblioteca




10 maggio 2018

Invito alla lettura: L'amica geniale



Ho iniziato a leggere "L'Amica geniale" perché mi incuriosiva il clamore per il successo del libro e per le voci sulla vera identità della scrittrice Elena Ferrante (sembra che dietro questo pseudonimo ci sia un noto scrittore napoletano e la moglie). Così ho voluto affrontare la lettura di questo “fenomeno letterario”: la quadrilogia dell’Amica geniale. Quattro romanzi, che mi hanno tenuta incollata per 1770 pagine: L'amica geniale del 2011, Storia del nuovo cognome del 2012, Storia di chi fugge e di chi resta del 2013 e Storia della bambina perduta del 2014.
Il racconto, narrato in prima persona, inizia con la scomparsa di Lila o Lina ormai sessantaseienne amica da sempre di Lenù o Elena, e ci conduce in una interminabile vicenda, a volte piacevole e rilassante, a volte triste e malinconica che avrà un risvolto finale sorprendente. Il racconto descrive in modo accurato e coinvolgente, una storia semplice intrecciata su alcuni fatti storici. La vicenda di due bambine e poi donne che rendono la lettura dell’intera opera appassionante.
Elena, voce narrante, usa, a volte, un linguaggio crudo e colorito che rafforza la scrittura rendendola più vicina e reale al folklore napoletano. Viene descritta la vita nel “rione", un quartiere povero della periferia napoletana in cui è nata. Nel rione, vengono rappresentati numerosissimi personaggi, alcuni di rilievo, altri secondari, tutti si muovono, tutti lavorano e tutti concorrono a dare spessore al romanzo. Quello che accade, come in un piccolo paese, è conosciuto da tutti coloro che vi abitano, perché amici o perché imparentati tra loro.
Il quartiere fa da palcoscenico alle diverse storie dei personaggi: storie di amore, di tradimenti, di amicizia, di politica; dove tutti lavorano e lottano per sopravvivere agli stenti quotidiani, ma dove l’unica cosa che conta veramente è il denaro e per ottenerlo si fa di tutto, ricorrendo anche all'illegalità.
È in questo quartiere, che l’autrice conosce bene, e ne conosce il tessuto sociale, che fa prendere forma al racconto di Lenù e della sua amica Lila.
Coetanee, compagne di scuola alle elementari e compagne di giochi, cresciute tra violenza familiare e ignoranza, col sogno per un futuro diverso da quello in cui sono nate. Qui un ruolo importante l’ha avuto la scuola per una delle due bambine: Lenù, che grazie alla maestra, che si è accorta delle potenzialità di entrambe si fa da tramite presso le famiglie e convincerle a farle proseguire negli studi. Elena si laureerà, farà esperienze, girerà il mondo. Lila si sposerà a solo sedici anni e arricchirà la sua cultura attraverso lo studio d’autodidatta.


  L’amica geniale  può sembrare una storia inverosimile, un’amicizia ossessiva, una vita in simbiosi, a tratti un rapporto patologico. Un legame tra le due amiche fatto di amore e di rancori, di fiducia e di gelosie, di grande ammirazione di Elena per Lila e di incomprensioni. Lila che ha una intelligenza superiore (l’amica geniale) ha sempre saputo influenzare Elena nelle scelte più importanti della vita.
Una descrizione puntigliosa dei luoghi e dei personaggi che segue man mano negli anni la loro ”crescita” nella fisicità, nei loro stati d’animo, nella maturazione delle loro personalità complesse.
Nel romanzo, invece, sono realistiche le situazioni che incrociano i fatti storici di quei decenni.
La struttura narrativa e l’ordine cronologico degli avvenimenti narrati mi hanno fanno rivivere sensazioni della mia infanzia e poi di adolescente e poi ancora gli anni sessanta, il movimento studentesco, i conflitti sociali di quell'epoca, il terrorismo (come in un flashback ho rivisto la devastazione della Banca Nazionale dell’Agricoltura; il giorno dopo l’attentato, casualmente, per lavoro, passavo da Piazza Fontana).
Un appassionante viaggio nella vita di due donne e la storia di quegli anni. Un racconto che coinvolge, di libro in libro e ti obbliga a leggere i successivi per il fascino del travaglio psicologico che l’autrice(?) riesce a trasmettere in pagine memorabili.

Lina Viola

Il libro "L'amica geniale" è disponibile in biblioteca.




26 aprile 2018




Il vecchio ulivo e l'uccello del paradiso

Lucia Miccichè

Curatore: V. Calì
Illustratore: N. Speciale
Editore: Edizioni del Poggio



È risaputo che uno dei modi di esporre e tramandare verità sapienziali e spirituali è rappresentato dalla fiaba e, in genere, dalla letteratura fantastica (basti pensare a Tolkien e al famosissimo Il Signore Degli Anelli).
Dietro parole arcane, figure emblematiche, allegorie e metafore, si dis-vela il significato potente e primordiale dei simboli, capace di ricondurci al Centro dell'Essere, a ritrovare il Santo Graal che è...l'Amore! Ed è quello che succede nel libro della nostra giovane Autrice. Soffermiamoci brevemente sui protagonisti: un Vecchio Ulivo (la voce narrante) e l'Uccello del Paradiso (la figura mistica). Quando il vecchio ulivo conosce quell'incantevole Creatura del cielo gli affida un'importante missione: andare alla ricerca del più grande mistero della vita e del mondo intero: l'Amore! Nella Tradizione, la figura dell'Albero è tra le più mistiche e sacrali, insieme a quella della Montagna. L'Albero rappresenta l'unione tra la Terra e il Cielo. Tradizioni e religioni differenti hanno avuto alberi sacri, Alberi della Vita, Alberi del Bene e del Male, del Paradiso, della Luce, della Saggezza, dell'Immortalità, ecc...
L'Albero fu ricollegato al mito dell'AXIS MUNDI, l'Asse del Mondo. Anche l'Uccello è altamente simbolico, basti pensare alla Fenice, simbolo d'immortalità; o alla tradizione dei Nativi Americani con l'Uccello di Tuono, simbolo di Potenza, Nutrimento, Trasformazione o Messaggero Divino, a seconda delle tribù native. Altro elemento simbolico è rappresentato dalla LINGUA DEGLI UCCELLI. Ne parla un'autorità indiscussa in fatto di Simboli e Dottrine Tradizionali come René Guénon nel suo SIMBOLI DELLA SCIENZA SACRA, dove si legge che "gli uccelli sono presi di frequente come simbolo degli Angeli, vale a dire precisamente degli stati superiori". Il terzo elemento simbolico che vogliamo considerare è rappresentato dal VIAGGIO INIZIATICO. L'Uccello del Paradiso, al pari di altri viaggiatori mitici, dovrà compiere un Viaggio dove affronterà diversi pericoli e incontrerà personaggi emblematici, ognuno dei quali segnerà il suo percorso verso la Consapevolezza: il Fanciullo Natalino, il Monaco, il Governatore, il Musicista, la Bella Danzatrice Marinedda, il Poeta, il Cieco...Ogni viaggio implica il Ritorno e l'Uccello del Paradiso alla fine ritorna dal Vecchio Ulivo. " Domandai dell'Amore al più Piccolo ed esso mi diede la Speranza, domandai dell'Amore al più Devoto ed esso non aveva più spazio per me, allora chiesi al più Forte ed egli mi diede disperazione, mi rifugiai nella Musica ed ella mi istruì note nuove, così mi rivolsi alla Bellezza ed ella mi indicò la strada del cuore, così trovai la Poesia ed ella mi diede il modo per farlo intendere, ma ancora non comprendevo la risposta al grande mistero, così infine fu lui a trovarmi".
Ed è proprio il Cieco, il più Fragile, a condurlo nella dimora dell'Amore perché..." Non tutto è visibile agli occhi del mondo...A volte il Segreto è osservare ad occhi chiusi..."
Con questa bellissima massima sapienziale possiamo concludere queste note. Il libro è adatto a tutti, grandi e piccini. Come leggiamo in una bella recensione di Paolo Cortesi :"Si tratta di una storia che ha più livelli di comprensione: per i bambini, è una fiaba avvincente e dolcissima; per gli adulti è una allegoria sempre valida; per gli studiosi di filosofia esoterica è un viaggio di maturazione nella consapevolezza" (Nexus New Times nr.127 aprile/maggio 2017).
La storia è ambientata nel villaggio medievale di Pietraperzia, che nella fiaba viene chiamata "Terra di Pietra". Arricchiscono il volume le illustrazioni di Nicolò Speciale, dove si riconoscono i luoghi più belli e suggestivi di Pietraperzia.

Salvatore Marotta

Lo scrittore Paolo Cortesi ha voluto dedicare a Lucia (pubblicata  in Nexus New Times) una recensione a "Il vecchio ulivo e l'uccello del paradiso". Per leggerlo trascritto su Anobii Clicca qui.



12 aprile 2018

Invito alla lettura: La convocazione



Ray Atlee docente di legge all'università della Virginia riceve, insieme al fratello, una lettera dal padre il giudice Reuben V. Atlee malato terminale, che vive in una villa malandata di Mapler Run nel Mississippi.
Nella lettera il giudice richiedeva la presenza dei due figli, Forrest ritenuto la pecora nera della famiglia e Ray, per discutere l'amministrazione dei beni di famiglia. In realtà il giudice possedeva solo la villa che per il suo decadimento valeva poco e sul conto in banca 6000 dollari.
Ray arriva per primo all'appuntamento e trova il padre morto con accanto una scorta di morfina e ben in vista un foglio con scritte le ultime volontà.

Nell'attesa dell'arrivo del fratello si mette a rovistare tra i documenti e negli armadi. Con grande stupore trova una pila di scatole piene di banconote: tre milioni e mezzo di dollari. La morte del padre e lo shock per il ritrovamento del denaro lo scuotono profondamente. La prima sua preoccupazione è quella di nascondere il denaro e tenere il segreto per preservare il fratello, un tossicomane, avrebbe speso tutto per acquistare droga.
Ray è perplesso, si pone una serie di domande sulla provenienza del denaro. Il dubbio che il giudice possa essere stato un corrotto lo tormenta, ma Ruben Atlee è stato nella sua vita un uomo onesto, duro con gli altri, duro con i figli, duro con se stesso ma integerrimo. Un uomo anche generoso disponibile ad aiutare i più deboli. Decide di indagare, di capire la provenienza di tutti quei soldi, di sapere se sono banconote false. Qualcun altro però è a conoscenza del malloppo trovato nelle scatole dentro l’armadio, qualcuno inizia a perseguitarlo, cerca d’incutergli paura. I giorni successivi vive come una preda braccata, capendo che quei soldi potrebbero ucciderlo, si troverà ad affrontare e subire una vita d’intrighi che lo porteranno a scoprire la provenienza del denaro e chi lo terrorizza, naturalmente il racconto si conclude con l’immancabile “colpo di scena” finale.
Una storia familiare, le vicissitudini di due fratelli, uno professore l’altro un balordo tossicomane e un padre non amato che li “convoca” per le sue ultime volontà. Certo non un romanzo irresistibile ma sicuramente, come tutti i thriller” di Grisham, una lettura piacevole, un racconto pieno di suspense che tiene inchiodati alla lettura per sapere come si conclude. Un libro che consiglio di leggere anche per le atmosfere che Grisham riesce a creare.

Lina Viola


Il libro è disponibile in biblioteca.